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Roma lercia, in periferia la protesta dei cassonetti incendiati. Raggi: "Boicottaggio"

Atti vandalici in risposta al caos rifiuti che sta piegando da settimane la città. Ama assicura: "Mezzi e uomini a lavoro per ripristinare normalità"

Casal Bruciato, Garbatella, Portuense, Tor Bella Monaca. I cassonetti in periferia vanno a fuoco, per mano di cittadini esasperati. La città non ne può più di affogare nell'immondizia e sceglie la strada della protesta. Atti vandalici che per la prima cittadina sono azione studiate a tavolino e mirate a ostacolare l'attività amministrativa, ma che forse, più semplicemente, fanno da sfogo al malessere dilagante, in quartieri ostaggio della puzza costante emanata dalle postazioni di raccolta.

Circonvallazione Ostiense, via Galla Placidia, via Fuggetta. Quella dei roghi nelle ultime ore è stata un'escalation, che la sindaca Raggi ha subito stigmatizzato parlando di "azioni di boicottaggio ai danni dei cittadini". E traducendo il tutto in termini di perdite economiche: "Ogni cassonetto costa circa 800 euro. In questi anni come cittadini abbiamo "bruciato" poco meno di mezzo milione di euro che avremmo potuto investire per tenere più pulita la città e ridurre la tariffa. Noi ce la mettiamo tutta e non ci fermiamo". 

Sarà, ma con quali strategie si esce dalla crisi rifiuti? Ama assicura che l'intera macchina, impianto di Rocca Cencia compreso, sta lavorando al massimo. Raccolta, igienizzazione e sanificazione dei marciapiedi per rientrare dall'emergenza al più presto. "Squadre di operatori ecologici - comunica l'azienda - con l’ausilio di attrezzature e mezzi idonei (bob-cat, veicoli con cassa a ragno, ecc.), sono impegnati per risolvere i disagi in alcune aree dove, a macchia di leopardo, sono tuttora presenti rifiuti depositati intorno alle postazione di cassonetti". Poi l'appello rivolto ai romani, il solito: differenziare bene e non lasciare sacchetti a terra. 

Anche la sindaca rassicura: "Stiamo lentamente recuperando le criticità dovute alla chiusura per manutenzione dei due impianti privati" dice in riferimento ai due Tmb di Malagrotta, di proprietà del Colari, che per tutta l'estate sono a mezzo servizio per interventi di manutenzione straordinaria. Un deficit sul fronte impianti che sommato alle criticità ordinarie legate alla scarsità di mezzi funzionanti in strada e a un paio di guasti delle scorse settimane al Tmb di Rocca Cencia, ha generato il caos. Si cerca quindi di recuperare terreno, ma sempre navigando a vista.

Sullo sfondo resta la falla che nessuno riesce a colmare: Roma non è autonoma nello smaltimento di rifiuti sul proprio territorio. Dipende dall'esterno, con costi alti sia in termini economici che di efficienza del sistema. Su questo il nuovo cda Ama, da poco nominato dopo un'attesa di quattro mesi, è chiamato a dare risposte. Insieme alla politica, poco risoluta nel risolvere i problemi ma sempre molto attiva nella polemica quotidiana.

Le ultime battute avvelenate sul tema arrivano dall'ex premier del Pd Matteo Renzi, che in un twitter raffronta Firenze con i suoi cassonetti interrati, installati da Renzi nel 2009 quando era sindaco, e Roma invasa dai rifiuti. "Anche adesso, girando in tutto il mondo, mi rendo conto che la gestione dell'immondizia è il primo problema pratico per un amministratore. E tutte le decapitali stanno facendo sforzi per migliorare la raccolta e essere più pulite. Tutte? Quasi. Il fallimento di Raggi è evidente a tutti". Ma la contro risposta arriva subito, dall'assessore al Personale Antonio De Santis, fedelissimo di Raggi: "Mentre a Firenze mettevate i cassonetti interrati, qui chiudevate Malagrotta senza alternative". 

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