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Bilancio Ama, è scontro con il Campidoglio: "Azienda segua indirizzi dell'amministrazione"

Raggi: "I bilanci devono essere corretti". Ma smentisce l'ipotesi concordato per l'azienda

"L'Ama non è a rischio né lo sono i suoi lavoratori. L'azienda non fallirà, né si procederà al concordato". Lo scrive il capogruppo M5s in Campidoglio Giuliano Pacetti sulla sua bacheca Facebook. E' la linea ufficiale della maggioranza per mettere a tacere le ipotesi di un crac finanziario dell'azienda dei rifiuti di Roma, a seguito della bocciatura del bilancio 2017 da parte di Roma Capitale. 

Ieri l'incontro con i sindacati di categoria, Fp cgil, Cisl e Fiadel che hanno annunciato la mobilitazione in difesa dei posti di lavoro, degli stipendi, del piano assunzionale promesso. Agenzie di stampa escono riportando dichiarazioni che Virginia Raggi avrebbe pronunciato al tavolo di confronto: "O l'azienda segue la linea o portiamo i libri in Tribunale". Un concordato preventivo modello Atac anche per Ama?

La sindaca si affretta a smentire quanto diffuso: "Ho semplicemente affermato che i bilanci devono essere corretti e che come tali vanno approvati". Poi ancora: "Ama non rischia il fallimento. Rassicuro lavoratori e dipendenti: l'azienda municipalizzata è solida e non c'è alcun problema nei pagamenti. Detto ciò mi preme fare chiarezza per smentire altre fake news: non ci saranno licenziamenti mentre sull'ipotesi circolata di un concordato preventivo, come fatto in Atac, non ci sono assolutamente i presupposti nè la volontà politica in tal senso". 

E Pacetti lo ribadisce a mezzo social: "Ama deve seguire gli indirizzi trasmessi dall'Amministrazione sul bilancio. La strada intrapresa è molto chiara: approvazione del bilancio, piano industriale, contratto di servizio e sblocco delle assunzioni". Insomma, bando agli allarmismi, sono "inutili", scrive il consigliere "come sono inutili i rimpalli di responsabilità del consiglio di amministrazione. Si lavora tutti insieme per il bene della città, come sempre".

Rassicurazioni che però non bastano a occultare lo scontro in atto tra i vertici di Comune e Ama. Il presidente e ad Lorenzo Bagnacani, nominato dal M5s, ha già detto di non essere intenzionato a lasciare la poltrona. E Raggi non lo rimuove (per ora), ma lo sfiducia nei fatti, con un diktat politico che non lascia margini di autonomia al Cda: il bilancio va approvato così come lo vuole il Campidoglio, "corretto", e senza il famoso credito da 18 milioni di euro di servizi cimiteriali che Ama ha iscritto verso il Comune e che il Comune da mesi non vuole riconoscere. 

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