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La candidata M5s in Abruzzo non vuole i rifiuti di Roma: "Se vinco rinegozieremo accordi"

Grillini contro grillini sull'affaire rifiuti. Intanto in consiglio straordinario l'assessore regionale Valeriani: "Roma si prenda le sue responsabilità"

Stop ai rifiuti della Capitale. Lo ha detto la candidata M5s in Abruzzo (si vota il 10 febbraio) in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo. Sara Marcozzi, in corsa per la presidenza della regione, si scontra di fatto con i "colleghi" grillini di Roma, che nella regione Abruzzo portano circa 70mila tonnellate di indifferenziata con un contratto appena rinnovato fino al 31 dicembre 2019. Contratto che Marcozzi, in caso di vittoria, promette di rivedere. "Rinegozieremo ogni accordo preso dai miei predecessori perché è chiaro che devo pensare al bene dei miei cittadini". Insomma, nei fatti è un grillini contro grillini, anche se la candidata prova poi a scaricare la colpa sul presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, che "non è riuscito a colmare il vuoto di impianti dal 2012 a oggi". Il 2012 è l'anno dell'ultimo piano rifiuti. 

Il nuovo deve passare dalla procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica), che può durare fino a un massimo di sei mesi, le linee guida parlano di discarica per Roma. Con un nuovo sub Ato, una sotto perimetrazione inserita nella bozza di piano, che costringe la Capitale a fornirsi di una propria cava per l'indifferenziato, con il fine di raggiungere l'autonomia del ciclo. 

Lo ha ribadito ieri durante un consiglio straordinario sul piano rifiuti: "Abbiamo individuato il sub-ambito di Roma Capitale dentro l'ambito più complessivo della Città metropolitana di Roma. Roma produce 1 milione e 700mila tonnellate di Rifiuti all'anno, quasi il 60% dei rifiuti totali prodotti nella nostra regione. Anche, ma non soltanto, per ragioni economiche noi pensiamo che il sub-ambito sia una scelta giusta: Roma per portare in giro i Rifiuti per tutto il Lazio, il Paese e anche all'estero, spende solo per il trasporto 90mila euro al giorno, ovvero quasi 40 milioni all'anno. Se poi consideriamo i costi per lo smaltimento e il trattamento che si caricano i cittadini romani nelle bollette, parliamo di altri 150 milioni". Una discarica ipotetica su cui il Campidoglio ha già espresso la sua netta contrarietà. 
 

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