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Rifiuti, ripartono gli impianti di Aprilia. La Rida si adegua, ma attacca ancora Zingaretti

Dopo la diffida della Regione arriva anche l'ordinanza della Provincia di Latina. Altissimi (Rida Ambiente): "Riapriamo l'impianto ma l'ordinanza di Della Penna è illegittima e ci obbliga a modificare il processo di smaltimento"

Un piccola boccata di ossigeno per la nuova emergenza rifiuti della città di Roma. Gli impianti di Aprilia infatti riprenderanno ad accettare l'immondizia della Capitale. Il braccio di ferro con la Regione per ora si è concluso.  La Rida Ambiente di Aprilia è tornata ad aprire i cancelli dell'impianto. Alla fine, l'ordinanza della provincia di Latina, ha avuto effetto. L'azienda ha dovuto prenderne atto.“La Rida – sottolinea l'amministratore Fabio Altissimi – si sente obbligata a dare esecuzione all’ordinanza, ma nello stesso tempo rimanda proprio alla Provincia ogni qualsivoglia responsabilità penale, civile, amministrativa, erariale, ambientale  e sanitaria che dovesse derivare dalla produzione di un rifiuto non conforme ai limiti di legge”.

L'ANTEFATTO - Per capire cosa stia succedendo, occorre fare un passo indietro. Bisogna cioè risalire alla diffida con la quale, la Regione Lazio, chiedeva all'azienda di non accogliere più  il codice Cer 200108,  ovvero “la frazione organica non nobile, ossia non priva di polimeri e/o altri inquinanti”. In altre parole, niente più  rifiuti biodegradabili di cucine e mense. Quella stessa diffida è poi ripresa nell'ordinanza con cui la Provincia obbliga la Rida a riaprire i cancelli.

I MOTIVI DELLA CHIUSURA - Come l'azienda di Aprilia ha già avuto modo di spiegare, l'interruzione nella raccolta dei rifiuti di Roma e della provincia di Latina, era figlia di un ragionamento. “La Regione – aveva spiegato Altissimi – parte da un presupposto sbagliato, non valutando le ultime novità ministeriali ma il dato che si ricava da quella prima diffida è che da Rida uscirebbero rifiuti non conformi alla normativa. Che cosa possiamo fare quindi? Produrre contro legge?”. Da qui la necessità di “chiedere nuovi controlli urgenti e di bloccare temporaneamente l’impianto”. Decisione che, su input della Provincia, è dovuta rientrare.

UNO SMALTIMENTO COMPLICATO - Rida Ambiente torna così ad accogliere i rifiuti raccolti nelle strade di Roma (circa cento tonnellate al giorno) e della provincia di Latina. Lo fa però specificando di “non poter garantire sul loro processo di smaltimento”. E questo perché, al fine del normale trattamento, il Cer 200301 deve essere miscelato con un'appropriata quantità di quella sostanza vietata dall'ordinanza (Cer 200108)  che fornisce la quantità di carbonio necessaria a innescare il processo di igienizzazione e asciugature del rifiuto”.

Oltre al dato tecnico c’è poi da rilevare un vizio di legittimità ma anche di opportunità politica. “Quello che ha fatto la Regione è un illecito – sostiene l’amministratore di Rida – e lo dimostra il fatto che Zingaretti non abbia voluto firmare l’ordinanza e come a sopperire a ciò – sottolinea Altissimi –  sia  arrivata la presidente della Provincia”. E tuttavia l'organo competente avrebbe dovuto essere il presidente della giunta regionale “Insomma – conclude Altissimi –  la Regione prima ha sentenziato una produzione non conforme dei nostri impianti basandosi su dati sbagliati e una normativa non aggiornata, poi però, al nostro auto-tutelarci, se ne è lavata le mani facendo rispondere un organo sottoposto e nemmeno totalmente competente in materia che ha cercato così di risolvere, non sappiamo quanto pienamente consapevole, un problema creato da altri”.

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