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Politica Viadotto della Magliana

Riapre il viadotto della Magliana, Raggi dà l'annuncio ma il web non perdona: "Ci avete messo 8 mesi, vergogna"

Decine di commenti di attacco alla sindaca per i lunghi tempi del cantiere

Il web non fa sconti e, soprattutto, non dimentica. Va bene quindi la notizia della riapertura del viadotto della Magliana data in pompa magna dalla sindaca Virginia Raggi sui social network, ma i toni trionfalistici ai cittadini che protestano da mesi per uno dei cantieri più lenti della città, non sono piaciuti. Otto mesi per installare un cordolo di new jersey in appena 170 metri di strada. Insomma, "c'è poco da vantarsi" di averci messo un'eternità, scrivono i romani in decine e decine di commenti non proprio di giubilo rivolti a Raggi.  

"Abbiamo portato a termine un intervento molto atteso da cittadini e automobilisti" scrive la prima cittadina. Talmente atteso che ci sono voluti otto mesi di cantieri, proteste su proteste e una commissione Trasparenza convocata appositamente per far luce sulla vicenda. Mentre sul fronte traffico si consumava un calvario per i poveri automobilisti, costretti a code interminabili per andare a lavoro o rientrare a casa. 

"Vergognatevi!!!! Sei mesi di disagi inutili inflitti a migliaia di cittadini per la vostra totale mancanza di capacità gestionale. E ora fate anche i proclami trionfalistici" scrive Carlo C.. Sulla stessa scia Serena A.: "Siete senza dignità, mesi di traffico, ingorghi, un intero quadrante della città bloccato nelle ore di punta e non solo, lavoratori in entrata e uscita dalla città in ostaggio del traffico e dell'incapacità organizzativa di questa amministrazione e avete il coraggio di fare un post del genere!?". E ancora Alan D.: "Sette mesi per mettere 150 metri di new jersey. Cosa c’è da festeggiare?". E Claudio P.: "Quasi 8 mesi per un lavoro del genere è una vergogna". 

Qualcuno prova a difendere la sindaca, ma resta in minoranza. La stessa Raggi aveva comunque messo le mani avanti dando la sua versione dei fatti: "Il ritardo per la riapertura del viadotto è imputabile all'impresa che ha eseguito i lavori, che non ha rispettato il cronoprogramma prefissato e che verrà invitata a pagare le penali previste dal contratto". Già, ma ai cittadini importa poco di chi sia la colpa diretta. Mesi passati in coda sul viadotto restano indelebili nella memoria. 

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