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Politica Tor Sapienza / Via Giuseppe Capogrossi

Residence nel caos, da Tor Sapienza l'allarme: "Non sappiamo dove finiremo"

Angela racconta la sua storia: "Fuori per un Isee scaduto"

Mentre la ricerca di alloggi per il nuovo servizio di assistenza alloggiativa si è fermata a quota 207 a fronte di 663 nuclei ammessi, nei residence per l’emergenza abitativa della Capitale si è diffuso uno stato di forte preoccupazione. Come raccontato più volte da Romatoday, sono infatti ben 533 gli ‘esclusi’ dal nuovo servizio che, nei piani dell’amministrazione capitolina, dovranno uscire nei prossimi 3 mesi. Il 44,5 per cento del totale. Solo 15 sono fuori per esubero di reddito. La maggior rischia di rimanere senza un tetto sulla testa per errori di natura burocratica.

Romatoday ha visitato il residence di via Capogrossi, a Tor Sapienza, un complesso di ex uffici che sorge a ridosso delle case popolari di via Giorgio Morandi. Alcune delle famiglie che vi abitano vengono da sgomberi di occupazioni effettuati ormai oltre dieci anni fa. Molte di loro hanno cambiato almeno due o tre strutture temporanee prima di essere trasferite a Tor Sapienza.

“In questo stabile vivono circa 40 famiglie” racconta Omero, un passato nelle occupazioni e da anni residente nei centri di assistenza alloggiativa temporanea. “Di queste 20 sono state escluse dalla graduatoria per i Sassat”. C’è chi aveva già una revoca in corso al momento della presentazione della domanda, chi non ha presentato il documento di identità o non ha messo una crocetta, chi ha compilato i documenti con un nucleo familiare diverso da quanto indicato sullo stato di famiglia. “Dopo tanti anni in queste strutture, in attesa di una casa popolare, il Comune sostiene che la maggior parte delle famiglie non ha più diritto e vuole buttarle fuori. Ci sono anziani disabili o madri con bambini minorenni. Ma dove vanno?”.

Angela, per esempio, è stata definitivamente esclusa dal nuovo servizio per aver presentato un Isee non valido. "Inizialmente ero risultata nell'elenco degli ammessi" racconta "ma a metà novembre il dipartimento Politiche Abitative mi ha comunicato che l'Isee da me presentato era scaduto il 15 gennaio 2017 e che avrei potuto presentare quello nuovo. E così ho fatto". Al momento della pubblicazione delle graduatorie definitive il suo nome però risultava nell'elenco degli esclusi. Motivazione: documentazione reddituale irregolare.

Così oggi insieme ai suoi figli di 15 e 11 anni teme di restare senza un tetto sulla testa. Da una cartellina tira fuori l’Isee del 2018, quello che ha presentato per integrare la sua domanda che non è stata accettata. Il reddito Isee annuo ammonta a poco meno di 1500 euro. “Sono dieci anni che viviamo in un residence. Ho trascorso quasi otto anni in una struttura a Vermicino, poi 4 mesi in quella di Campo Farnia e da due anni risiedo a Tor Sapienza. I miei figli hanno cambiato molte scuole”.

Negli ex uffici di via Capogrossi gli appartamenti non sono tanto grandi. Quello che visitiamo ha una piccola cucina sistemata all’ingresso, senza alcuna finestra nelle vicinanze e senza spazio per un tavolo dove pranzare. Un bagno, anche questo cieco, e due piccole stanze: una camera con un letto matrimoniale e una dove dormono i ragazzi, quest’ultima con accesso diretto all’ingresso-cucina. “Ci siamo accontentati per anni di questa situazione perché non abbiamo alternative. Abbiamo aspettato nella speranza di vederci finalmente assegnata una casa popolare. Se ci mandano fuori di qui dove andiamo?”.

La sensazione diffusa è “quella di essere stati abbandonati” aggiungono. “Abbiamo appreso i nominativi degli esclusi e degli ammessi dalle graduatorie che sono state pubblicate sul sito del Comune di Roma. Ma nessuno ci ha spiegato cosa accadrà adesso, non sappiamo niente. Ci sono centinaia di famiglie nei residence che non sanno che fine faranno nei prossimi mesi”.

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