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La relazione dei Cinque Stelle per il rilancio delle periferie romane: "I roghi tossici li eliminiamo così"

L'indicazione dei problemi e le proposte pentastellate inviate alla commissione parlamentare d'indagine sulle periferie

Arriva la risposta tanto richiesta e invocata da Prefettura e maggioranza governativa per poter intervenire sul fenomeno dei roghi tossici. Ad accompagnarla però c'è una relazione di 27 pagine - che RomaToday ha potuto visionare - nella quale l'amministrazione pentastellata traccia il fenomeno, offrendo le proprie soluzioni alla Commissione di indagine sulle Periferie. "Noi il nostro l'abbiamo fatto", spiega Fabio Tranchina, consigliere comunale che ha coordinato per oltre cinque mesi i lavori. "Ora tocca al Governo. Nella legge di stabilità ha l'occasione di dimostrare che le parole di questi mesi e di queste settimane, non sono solo strumentali, ma legate ad una volontà di intervenire su un fenomeno sul quale è fondamentale non dividersi". 

Più controllo del territorio, modifiche alle leggi esistenti e maggiori risorse economiche da destinare alle periferie romane. Sono questi i tre assi lungo i quali si muove la ricetta Raggi per combattere il fenomeno dei roghi tossici. Una ricetta che accompagna un lavoro di mappatura di tutti gli accampamenti della Capitale, regolari e irregolari. "Ogni municipio ha dato il suo contributo", spiega Tranchina, "fornendo una relazione su politiche sociali, ambiente e sicurezza del proprio territorio fornendoci le basi per la compilazione della relazione conclusiva".

Nella relazione il fenomeno dei roghi tossici viene inserito all'interno della più ampia problematica delle periferie, del degrado e dell'impoverimento delle stesse. Ragionamenti che non evitano di entrare nel concreto e di indicare di cosa c'è bisogno per combattere il fenomeno dei roghi, in un'ottica generale, senza indicare una priorità rispetto ad un'altra.

Potenziare il controllo del territorio

Secondo l'amministrazione a cinque stelle "occorre realizzare programmi straordinari di incremento dei servizi delle forze di Polizia. Dovranno essere tra loro coordinate, nell'ottica di una programmazione di interventi integrati anche con le forze di Polizia Locale". Inoltre si punta al rinnovo del Patto Roma Sicura che "dovrà garantire appositi presidi composti da unit della Guardia di Finanza, del comando per la tutela forestale ambientale e agroalimentare dei Carabinieri e da unità dell'Esercito. A loro dovranno essere attribuite le funzioni di agente di Pubblica sicurezza nonché di Polizia Giudiziaria". Una richiesta coerente con l'osservazione del ministro degli Interni Marco Minniti che aveva osservato come il fenomeno dei roghi tossici è "il punto terminale di una catena criminale che va spezzata e poi sconfitta"fabio_tranchina-3

Altro punto centrale è la deroga al blocco delle assunzioni per la Polizia Locale. Quindi il tema della videosorveglianza con la costituzione di una centrale operativa unica integrata di Roma Capitale. Il costo per la sua realizzazione viene quantificato in 12 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i costi di manutenzione. 

Modifiche legislative

Quattro le modifiche legislative richieste. La prima, già promessa da Minniti, è l'inserimento della Capitale nella normativa della terra dei fuochi, con l'annesso impiego dell'esercito per contrastare lo smaltimento illecito dei rifiuti e il fenomeno dei roghi tossici. Inoltre la relazione pentastellata chiede di modificare il reato di ricettazione, inserendo l'obbligo per il soggetto trovato in possesso di materiale di particolare natura e di intriseco valore di dimostrare la provenienza legittima dei beni. Richiesto inoltre il blocco per 30 giorni del veicolo trovato con il carico illecito a bordo. Infine viene chiesto l'inserimento dei cavi elettrici da smaltire nella categoria dei rifiuti pericolosi. "Siamo certi che l'inasprimento delle pene e il rispetto delle stesse", spiega Tranchina, "andrebbe a costituire un deterrente importante per fare diminuire il conferimento dei rifiuti e il fenomeno dei roghi". 

Risorse economiche da destinare alle periferie romane

Ultimo punto quello delle risorse economiche, inserite nella prospettive più ampia dei problemi delle periferie romane. Una "lista della spesa" che comprende azioni sociali volte "all'inclusione, cura, protezione soprattutto dei soggetti più fragili come i bambini in età scolare". Si punta quindi, e vengono chiesti soldi per questo, sulla formazione professione, delle borse lavoro, degli inserimenti lavorativi, degli interventi culturali e di igiene sanitaria. Fondi poi per le bonifiche ambientali e per intervenire in ambito urbanistico sugli edifici abbandonati.

"La nostra idea", conclude Tranchina, "è che sia necessario un piano che preveda una rinascita e una riqualificazione della città a partire dalle sue periferie, un presidio in accordo delle forze dell'ordine e un coordinamento tra gli apparati dello Stato e quelli di Roma Capitale, un intervento socia sanitario e un risanamento ambientale ed urbanistico dei quartieri più sofferenti ed esposti al disagio". 
 

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