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Contributi del Comune per chi propone attività culturali: ecco le nuove regole

Il voto in aula Giulio Cesare. Dalle nuove verifiche e sanzioni sulle attività svolte all'esclusione di partiti e sindacati. Il no della consigliera grillina Gemma Guerrini

Contributi e vantaggi economici dal Comune a sostegno delle attività culturali. A disciplinarli d'ora in avanti sarà il nuovo Regolamento di Roma Capitale approvato ieri in aula Giulio Cesare con 23 voti favorevoli e uno contrario (tutti del M5S, gli altri gruppi non hanno partecipato alla votazione). Il voto però è avvenuto non senza polemiche all'interno della maggioranza, con la consigliera M5S Gemma Guerrini che ha votato contro dopo aver visto bocciati tutti i suoi emendamenti, volti a modificare una delibera che, a suo dire, rappresenta "una delega in bianco" all'assessore alla Cultura, depotenziando la commissione capitolina competente e la stessa Assemblea. "Dichiaro il mio voto contrario perchè questa delibera non è rispondente a trasparenza e semplificazione, il mio sforzo a emendare le parti che rimangono nell'alveo della discrezionalità non è stato colto - ha detto Guerrini in Aula - questo Regolamento non mi vede assolutamente favorevole"

Le nuove regole per chi fa cultura

Il nuovo Regolamento, ha spiegato il vicesindaco con delega alla Cultura, Luca Bergamo, "arriva dopo quasi trent'anni perchè nessuno se ne era occupato finora. È un atto che va nella direzione della semplificazione, snellimento, trasparenza e gestisce l'eccezionalità di alcuni eventi possibili, come la scomparsa di un Capo di Stato, o una variante di progetto come un artista che sta male e non si presenta". in generale, ha sottolineato Bergamo, "i dati di questa amministrazione sulla Cultura riguardano 1,5 milioni di euro che il Comune metteva a disposizione e che ora sono diventati 3,5 e occupano tutta la città, non soltanto il Centro storico. Di questo l'amministrazione credo possa andare fiera".

Il regolamento, ha spiegato Bergamo, "era fermo al 1997, quello che presentiamo oggi è un testo nuovo che tiene conto delle novità della materia e delle normative anche comunitarie. È stato approvato il 31 luglio dello scorso anno, è stato sottoposto alle opinioni dei Municipi, la commissione Cultura si è riunita più volte da novembre a marzo, poi è passato in commissione Bilancio che ha presentato un maxi-emendamento che verrà votato oggi in Aula. Il processo è stato quindi fortemente aperto il confronto ed è stato approfondito in tutte le sedi". Nel testo, per il vicesindaco, "ci sono significative novità, prima fra tutte la disposizione di una serie di norme che regolano le modalità attraverso cui Roma Capitale conferisce contributi agli enti a cui partecipa direttamente e le modalità con cui gli stessi debbano rendicontarli. C'è poi una diversa definizione di ambito culturale che recepisce l'interpretazione più ampia di fonte comunitaria. La proposta regola in modo innovativo le due forme attraverso cui si erogano contributi alle attività culturali, ovvero contributi in denaro e la concessione di vantaggi diretti e indiretti. L'attribuzione di essi, che va dalla riduzione dei canoni di occupazione suolo pubblico ad altre misure che derivano da accordi tra l'amministrazione e altri enti come la Siae, è oggi regolata a differenza di quanto si faceva in precedenza".

In arrivo controlli e sanzioni

Si introduce poi, ha continuato Bergamo, "la differenziazione dell'erogazione di contributi per progetti e quella per programmi, viene resa esplicita e strutturata la possibilità di concedere contributi di carattere pluriennale - il regolamento parla di triennio anche se avrei preferito un periodo più lungo - e inoltre si introduce un meccanismo di verifica e controllo di svolgimento delle attività programmate prevedendo interruzioni e sanzioni". Con questo regolamento, ha concluso il vicesindaco e assessore alla Cultura, "riteniamo di mettere a disposizione dell'amministrazione capitolina uno strumento che sia costante nell'identificazione di valori e obiettivi e che possa essere complessivamente adeguato nelle sue modalità operative a fronte di modifiche normative di ordine e grado superiore. È un atto significativo nella vita amministrativa di Roma Capitale, spero che l'Assemblea voglia cogliere il significato che soggiace a questo regolamento: non è solo un apparato di norme, ma è l'espressione della volontà di una città di costruire un dispositivo a disposizione di operatori indipendenti e dei propri uffici per regolare le proprie emanazioni, le istituzioni culturali, affinchè il diritto di partecipare alla vita culturale della città sia il più esteso possibile".

Esclusi partiti politici e sindacati

Il voto del provvedimento è arrivato dopo l'approvazione di un maxi-emendamento, illustrato dalla presidente della commissione Cultura, Eleonora Guadagno (M5S): "Abbiamo apportato alcune modifiche, come la specifica del perimetro di intervento nell'ambito del disciplinare, l'esclusione di soggetti come partiti politici e organizzazioni sindacali, l'esclusione dai contributi non solo di chi ha una pendenza con Roma Capitale ma anche di operatori economici gravati da posizioni debitorie di contributi previdenziali". Guadagno, infine, ha replicato indirettamente alla collega di maggioranza Guerrini: "Ci tengo a ringraziare l'assessorato e gli uffici che hanno lavorato passo passo per aggiornare questo regolamento. La commissione ha dato a tutti i commissari per un anno e mezzo la possibilità di venire a dibattere".

L'opposizione: "E' mancato coinvolgimento operatori"

L'opposizione, come detto, non ha partecipato al voto. "Mi sembra che maggioranza e opposizione riusciate a farla da soli, quindi consegno il non voto del Pd all'Aula", ha commentato il consigliere del Pd, Giovanni Zannola, rivolgendosi ai banchi del M5S. Per poi entrare nel merito: "Innanzitutto non c'è stato il coinvolgimento degli operatori in questa discussione, dopodichè il regolamento del Consiglio comunale consente alle opposizioni di chiedere una convocazione di commissione, che è stata evasa. Bisogna dare a chi fa opposizione gli strumenti che chiede".

Per il capogruppo di Fdi, Andrea De Priamo, "questo provvedimento non è condiviso, la cosa positiva di questa delibera è che ha consentito di parlare, seppur marginalmente, di attività e offerte culturali. Sarebbe opportuno fare una seduta tematica prima della fine della consiliatura. Tra tanti temi, non per merito dell'amministrazione, la cultura tiene, anche se l'assessore ha una sua identità e noi ne abbiamo un'altra". Anche secondo De Priamo "il ruolo di maggioranza e opposizione oggi è stato tutto in casa M5S e su tre atti deliberativi in questo Consiglio, due sono stati ritirati. Abbiamo aperto al quarto appello con tre presenze di Fdi. C'è un atteggiamento rilassato e poco concentrato su questa parte finale di consiliatura". 


 

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