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Affissioni pubblicitarie: arriva il piano regolatore

Roma si dota di una normativa sulle affissioni: città divisa in due parti, quella vietata agli impianti pubblicitarie e quella del territorio urbanizzato in cui vigeranno regole ferree

Regole rigorose e una vasta area in cui le affissioni pubblicitarie saranno considerate off limits: Roma si dota dunque di un piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari, piano che va a colmare un vuoto normativo lungo 17 anni.

Il piano divide la città in due parti: il territorio non urbanizzato, che include ad esempio l'agro romano, le rive del Tevere, i parchi e le mura cimiteriali (in totale 82 mila ettari) sarà assolutamente off limits per gli impianti pubblicitari, mentre nel territorio urbanizzato (47 mila ettari) ci si dovrà attenere a regole precise. Nel centro storico, presso il complesso di San Paolo fuori le mura e nella città del Vaticano, che sono patrimonio dell'Unesco, saranno ammessi soltanto gli orologi e impianti di pubblica utilità, cioé destinati ai manifesti con marchio Spqr. In totale, mentre oggi le norme transitorie permettono fino a 320 mila metri quadri di pubblicità, con il piano si imporrà un tetto massimo di 162 mila metri quadri (-49%). Dunque in concreto i cartelloni esistenti (che si estendono per 220 mila metri quadri) dovranno essere ridotti del 27%.

Saranno solo sette le tipologie di impianti ammessi rispetto alle 27 attuali e i 4x3 potranno campeggiare solo fuori dall'anello ferroviario. Banditi i "materiali scadenti come la vetroresina": gli impianti dovranno essere ecocompatibili. Il piano, che ha avuto il parere favorevole delle sovrintendenza statali passerà ora al vaglio dei municipi, che avranno 40 giorni per esprimere il loro parere. Poi approderà in Consiglio comunale, che dovrebbe dare il via libera definitivo "a marzo o aprile". I cittadini saranno consultati sia nei municipi che nella fase di attuazione del piano sul territorio. Ad ogni modo, fin d'ora, l'approvazione della Giunta, spiega Bordoni, "consente di intervenire nelle aree tutelate". Intanto prosegue la lotta all'abusivismo. Nel 2010 si contano 4.122 rimozioni e 994 sanzioni al pubblicizzato, cioé a chi fa pubblicità su impianti abusivi. Positivo, più in generale, il bilancio delle entrate complessive per le affissioni, passate dai circa 10 milioni del 2007 ai 20 del 2009 e 2010 (+106,4%). "Non dobbiamo solo tagliare uno per uno i tentacoli della piovra dell'abusivismo - afferma Alemanno - ma dobbiamo andare alla testa. Perciò abbiamo chiesto alla Guardia di finanza di indagare. E se i reati attualmente previsti si riveleranno non sufficienti, si dovrà valutare l'introduzione di un apposito reato di sistematica installazione di impianti abusivi sul suolo pubblico".
 

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