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Emergenza casa, la Regione incontrerà il Governo per un piano per Roma

E' quanto emerso da un incontro tra movimenti, sindacati e l'assessore Valeriani. Intanto in piazza si è radunato il presidio

Un confronto con l’esecutivo giallo-rosso affinché il disagio abitativo della Capitale, tra occupazioni, sfratti e lunghe liste d’attesa per l’accesso alle case popolari, sia posto al centro di un piano nazionale. È questo l’impegno assunto questa mattina dalla Regione Lazio di fronte ai manifestanti dei movimenti e dei sindacati degli inquilini che si sono uniti in presidio per chiedere un cambio di rotta in tema di politiche abitative. La delegazione ha incontrato l’assessore regionale competente in materia, Massimiliano Valeriani, mentre fuori dalle finestre dell’ente centinaia di persone stavano manifestando.

Da quanti vivono nei palazzi occupati agli inquilini delle case popolari, dagli abitanti dei piani di zona a quelli degli appartamenti degli ex enti pubblici in dismissione. Proprio come il sette febbraio scorso “il blocco sociale che vive il problema abitativo” si è ripresentato davanti alla sede della Giunta Regionale del Lazio. Questa volta con un punto di partenza diverso: “Adesso la congiuntura politica che governa il Paese è la stessa che si dovrebbe occupare di risolvere questa questione”. Il Movimento cinque stelle in Campidoglio e il Partito democratico in Regione. “Chiediamo a Nicola Zingaretti come governatore e segretario Pd di dimostrare con i fatti la discontinuità annunciata”.

La mobilitazione è stata indetta dai Movimenti per il diritto all’abitare, Action, Asia Usb e Unione Inquilini. L’appuntamento è per le 9 di mattina. Mentre al microfono allestito per permettere a tutti di parlare si alternano interventi e cori, la gente inizia ad aumentare. “Riteniamo sia arrivato il momento di parlare davvero di diritto alla casa”, spiega Margherita Grazioli dei Movimenti per il diritto all’abitare. “Il nuovo governo lo ha inserito nei suoi punti principali ma fino ad oggi non abbiamo registrato nessun cambiamento. Quindi siamo qui perché riteniamo che l’amministrazione di Zingaretti abbia tutta la titolarità per dare il via a un cambiamento di fase autentico”.

Diverse le questioni sul tavolo. A partire dalle occupazioni sotto sgombero. Le famiglie dell’ex scuola di via di Cardinal Capranica non hanno ancora trovato una soluzione adeguata. C’è chi vive nei centri di accoglienza e chi ha preferito essere accolto in altre occupazioni. Come Michela che nel corso di un tentativo di occupazione lo scorso 9 settembre, respinto dalle forze dell’ordine, è rimasta ferita al braccio destro. Il taglio causato da un vetro rotto è andato in profondità e oggi “ogni volta che solleva dei pesi le fa male il muscolo. Nessuno potrà mai cancellare il danno morale e fisico che mi è stato causato lasciandomi per strada”, commenta.

Per loro, per il momento, l’unica alternativa proposta è un aiuto di 516 euro a famiglia per trovare una casa ma i diretti interessati denunciano di non riuscire a trovare proprietari disposti ad affittar loro gli appartamenti. Intanto, anche se più a rilento rispetto al precedente governo gialloverde, proseguono gli sgomberi. In cima alla lista c’è l’occupazione di viale del Caravaggio dove vivono oltre 350 persone, tra cui molti bambini. “Siamo preoccupati perché sappiamo che il tavolo è rimasto aperto ma nessuno ci aggiorna. Non abbiamo nemmeno incontrato i nuovi assessori a Casa e Politiche sociali della Giunta Raggi”, racconta Luca Fagiano dei Movimenti per il diritto all’abitare. “Per invertire la rotta basterebbe riprendere in mano la delibera regionale per l’emergenza abitativa” che prevedeva la realizzazione di alloggi recuperando gli immobili esistenti anche per dare una risposta alle occupazioni.

Per Angelo Fascetti di Asia Usb si ricorre alla “repressione degli sgomberi perché non esistono politiche adeguate. Chiediamo quindi alla Regione di recuperare il piano casa varato ormai una decina di anni fa che aveva individuato le risorse, quasi un 1 miliardo di euro, per 100mila alloggi in 10 anni”. Oggi in piazza “ci sono anche gli inquilini degli enti previdenziali alle prese con piani di dismissione. Sono in molti quelli che non possono comprare, senza che le norme regionali a loro tutela siano state applicate, e intanto centinaia di questi alloggi rimangono vuoti”.

Altro nodo: i piani di zona. “Nonostante la magistratura abbia riconosciuto le ragioni degli inquilini” continua Fascetti “si continuano a tenere molte commissioni ma non si fa applicare la legge. Intanto le società costruttrici stanno dichiarando il fallimento e sono sempre di più le persone con le case messe all’asta”. Ultimo nodo: le case popolari: “Al posto di valorizzare il patrimonio pubblico si procede con sfratti e sgomberi”.

Commenta ancora Andrea Alzetta di Action: “Ridare dignità alla politica significa anche dare risposte a quanti non hanno una casa. Questo passa anche da una riforma della legge 12 (quella relativa alla gestione e assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ndr) che eviti gli sgomberi. È necessario inoltre trovare modelli abitativi nel patrimonio pubblico che uniscano il diritto all’abitare con il welfare”.

Diversi gli appuntamenti per le prossime settimane. Venerdì 18 ottobre la protesta si sposterà sotto alla sede del ministero delle Infrastrutture, competente in tema di politiche abitative, mentre il 19 ottobre è in via di organizzazione il contro-corteo in risposta a quello dell'ex ministro leghista Matteo Salvini. E ancora il 26 ottobre è la data scelta dall'assemblea nazionale Energie in movimento per una giornata di azione sui territori. Un momento preparatorio verso il corteo nazionale del 9 novembre per chiedere l'abolizione dei decreti sicurezza.

Intanto i fari restano puntati sulla Regione. “Ci è stato ribadito che Ater ricaverà 750 nuovi appartamenti e che la Regione ha intenzione di evitare lo sgombero delle occupazioni di Caravaggio e di via Tempesta senza soluzioni alternative”, spiega Margherita Grazioli. “Anche oggi abbiamo dovuto constatare che Zingaretti si sottrae all’incontro diretto con i movimenti. Attendiamo il prossimo incontro di questo tavolo, metteremo a verifica quanto prospettato”.  

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