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Regione, dalla giunta via libera alla riforma del welfare

Approvata oggi la proposta di legge sul 'Servizio integrato degli interventi e dei servizi sociali' che dovrà passare in Consiglio per l'approvazione definitiva. Zingaretti: "Urgenza storica"

Dopo un ritardo di 13 anni nel recepimento della legge nazionale 328 sui servizi sociali, è arrivato oggi in giunta regionale il via libera alla proposta di legge sulla riforma del welfare. La firma della legge sul 'Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali' è arrivata dopo una fase di ascolto e concertazione con le categorie e il mondo dell'associazionismo. Ora il testo dovrà passare in Consiglio per l'approvazione definitiva. 

Obiettivo: riorganizzare l'intera rete dei servizi nella direzione dell'efficacia e dell'efficienza, mettendo al centro la persona. Il modello è quello dell'integrazione socio-sanitaria, evitando lo scollamento tra i due sistemi: l'ambito territoriale ottimale per l'erogazione dei servizi viene individuato nel Distretto socio-sanitario, e sindaci e Asl adotteranno delle convenzioni per questa integrazione. 

Novità anche per la spesa sociale: se prima i singoli Comuni spendevano di tasca loro ognuno per il proprio servizio e la Regione finanziava quasi interamente i Piani sociali di zona per i servizi integrativi, con la nuova legge sarà il contrario. I Comuni dovranno destinare la maggior parte dei loro fondi ai Piani distrettuali, e la Regione integrerà quello che serve per garantire uniformità territoriale. E' il 'welfare plurale', basato appunto sui servizi in forma associata, mantenendo municipio per municipio solo quelli senza rilevanza sanitaria, mentre tutti gli altri servizi andranno erogati collettivamente. 

Nella legge è prevista anche l'adozione di un Piano sociale regionale che servirà a programmare i servizi sul territorio, e sarà stilato con il mondo del Terzo Settore, i sindacati e le Asl. 

Al vaglio anche un Osservatorio sulla Povertà anche se questa è solo una sperimentazione portata avanti in seguito a un protocollo con la Comunità di Sant'Egidio. L'osservatorio dovrebbe diventare un organo regionale che analizzerà il fenomeno della povertà elaborando politiche di inclusione sociale. 

Soddisfatto il presidente della Regione Lazo Nicola Zingaretti: “C'era una urgenza storica, civile e umana di questa legge. Vogliamo rimettere al centro il tema dei diritti e dell'universalità del welfare, un valore non negoziabile”. Per il governatore “il momento di crisi” non deve essere da deterrente e far avanzare “l'idea pericolosa di delegare il sociale alla cultura del dono, o al protagonismo sociale. Il welfare - ha sottolineato Zingaretti - non è una politica assistenziale ma una politica di sviluppo”. 

La nascita del provvedimento la spiega invece l'assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio Rita Visini: “Questa legge mette al centro la persona inserita nella famiglia e nella comunità sociale. E' un testo che nasce da un percorso molto costruttivo, fatto insieme a tutte le parti sociali” che sono intervenute sulla bozza: “Il 99% per cento delle proposte di modifica sono state recepite”. L'assessore spiega con i numeri l'importanza di lavorare in coesione: “Ad  oggi i Comuni hanno speso in tutto 767 milioni di euro, uno per uno, per i servizi sociali mentre in forma associata solo 38 milioni. Dunque la gestione associata dei servizi porterebbe un risparmio economico e anche un risparmio di risorse umane, per garantire servizi più efficienti".

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