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Atac, Meleo contro il referendum 'Radicale': "Aprire ai privati non è la soluzione"

L'assessora alla Mobilità in una nota: "Con questo referendum non si sta proponendo una soluzione nell'immediato. I radicali prendono in giro i romani"

"Aprire ai privati non è la soluzione". Nel giorno della consegna delle firme raccolte dai Radicali necessarie per indire un referendum sulla messa a gara del servizio di trasporto pubblico locale, l'assessora Linda Meleo decide di dire la sua. Ed è scontro aperto: "Non è quello che serve a Roma e ai cittadini" scrive sulla sua pagina Facebook. "Con questo referendum non si sta proponendo una soluzione nell'immediato, con la messa a gara del servizio i Radicali non offrono una soluzione per l'oggi. I radicali quindi prendono in giro i romani. Quello che non dicono ai cittadini è che non è questa la via più veloce e giusta per poter riuscire a garantire l’efficienza del tpl romano". 

"La gara non garantisce efficienza"

Meleo spiega i motivi. Per l'assessora "puntare alla liberalizzazione del servizio è un grave rischio e parlarne oggi rappresenterebbe solo la morte della municipalizzata. Lo sanno i Radicali e lo sa bene anche il Pd" scrive. "La concorrenza per il mercato, ossia le gare per il TPL, ha generato diversi problemi. Pensiamo a quanto accaduto in Toscana o in Friuli in tema di ricorsi alle gare con costi aggiuntivi per la collettività, ma anche l'esperienza romana delle linee private che servono le periferie. L'aver affidato il servizio tramite gara non ha garantito maggiore efficienza".

"I rischi della liberalizzazione"

Una liberalizzazione, per Meleo, comporta dei "pericoli". In primis "il rischio di un servizio pubblico di serie A e uno di serie B, disomogeneità sul territorio, con un tpl differenziato a seconda della redditività delle tratte, e con il rischio di creare un vero e proprio monopolio a livello nazionale con costi elevati prima di tutto per i cittadini".

"Obiettivo risanamento di Atac"

"Il nuovo Cda di Atac è a lavoro" conclude Meleo "perché obiettivo rimane il risanamento dell’azienda. Vogliamo che il servizio funzioni e non sia più vittima di sprechi e inefficienze. Non è semplice come percorso, non lo è mai stato, sin dai primi giorni. Noi non andiamo avanti per interesse politico o per portare avanti slogan sterili e inutili, ma per riuscire a rimettere in piedi un’impresa dove lavorano tante persone e che serve i cittadini, il cui risanamento non è mero gioco politico, ma reale necessità per il bene della collettività". 

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