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Regione: 530 euro per 4.000 cittadini senza lavoro

Marrazzo: “Siamo la prima grande regione italiana che si dota di questo strumento fondamentale”. Per il resto dei disoccupati (in totale 200.000) in arrivo nuove misure

Cinquecentotrenta euro al mese per 4.000 cittadini del Lazio disoccupati. La Regione ha varato ieri un provvedimento per il redditto garantito, per provare ad alleviare il peso della crisi per una parte minima dei senza lavoro laziali. Minima perché, come ammette lo stesso Marrazzo, “i 4.000 disoccupati assistiti non sono che una goccia nell'oceano dei 200.000 disoccupati della Regione”.

  L'obiettivo è di raggiungere circa 20.000 cittadini del Lazio  
Il Governatore promette però ulteriori interventi a sostegno di chi non ha un reddito. "Sugli investimenti per finanziare la legge”, ha detto il presidente, “mi impegno, e chiedo all'assessore al Bilancio Luigi Nieri e al Consiglio durante l'assestamento di bilancio, di aumentare le risorse destinate a sostenere il reddito minimo garantito. L'obiettivo è quello di raggiungere circa 20 mila cittadini del Lazio''.

La legge è stata votata ieri in consiglio regionale, con 32 sì della maggioranza che sostiene Marrazzo, quello del Pdci (ora in minoranza), due astensioni (Forza Italia e Udc). Quattro i voti contrari (Socialisti riformisti e An).

“Siamo la prima grande regione italiana che si dota di uno strumento fondamentale che non ha nulla a che fare con la vecchia logica assistenzialista”, spiega Marrazzo. “Portiamo nella nostra regione un modello di tutela presente in tutti i paesi europei più avanzati: dalla Francia all'Austria, Belgio, Olanda fino ai Paesi scandinavi e anglosassoni''.

L'assessore al Lavoro Alessandra Tibaldi ha spiegato che la legge sul reddito minimo assicura settemila euro a persona per un anno: “Daremo circa 530 euro al mese per disoccupati, inoccupati e precari residenti nella regione Lazio, ha spiegato Tibaldi. “Avevamo pensato ad una cifra di 5.400 euro all'anno ma abbiamo dato parere positivo ad un emendamento del Crel che ci chiedeva di aumentare la somma al minimo della pensione sociale, ovvero 7mila euro".

Tibaldi ha poi spiegato che il cittadino che volesse accedere al reddito minimo deve prima fare una richiesta al comune: "Il primo assegno arriverà nei conti dei destinatari un mese dopo la chiusura delle graduatorie provinciali".
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