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Rampelli: “Io candidato alla Regione? Non lo escludo”

"Il Pdl in Regione? Paga la non presentazione della lista. Io alle Primarie? Possibile". E in Campidoglio a sfidare Alemanno potrebbe esserci anche un "gabbiano"

"Non ci sentiamo per niente in svantaggio. Credo che un’alleanza con il mondo cattolico, identitario e riformista sia ancora vincente”. Fabio Rampelli, deputato Pdl e esponente dell’influente corrente dei “gabbiani”, parla dello scenario politico locale. In Regione? “Non escludo una mia candidatura ma non la confermo”. Mentre per il Campidoglio: “Alle primarie ci confronteremo sui contenuti anche se non respingo del tutto l’ipotesi di un “nostro” candidato”.

Dopo lo scandalo Fiorito e le dimissioni della presidente Polverini, cosa accade nel PDL?
Se posso fare una premessa, credo che la presidente Polverini non avrebbe dovuto dimettersi. Penalmente, l’unico responsabile è l’ex capogruppo Fiorito. L’audacia con cui ha condotto l’attività del gruppo non avrebbe dovuto compromettere la legislatura di un governo importante come quello Polverini. È sbagliato pensare che chi sta all’apice di un partito possa e debba rispondere alle malefatte di un singolo individuo. Il punto vero delle sue dimissioni è stata la titubanza dell’Udc che in un momento così decisivo ha fatto venir meno il suo completo appoggio. Ma questa è una scelta di carattere politico.

E il Pdl?
Il Pdl territoriale è sicuramente scosso da questa situazione anche se penso abbia pagato il prezzo per non aver presentato la sua lista romana con la quale sarebbero state elette una decina di persone che, grazie alla loro esperienza, avrebbero sicuramente avuto un ruolo di equilibrio e controllo su determinate dinamiche. Comunque non avrei mai immaginato che l’amministrazione Polverini avrebbe pagato un prezzo tanto pesante. Nonostante questo oggi il Pdl è pronto a sfidare Zingaretti. Un’intera amministrazione non può essere giudicata alla luce di quello ha fatto una sola persona. Anzi. Ci tengo a precisare che il Pdl, rispetto alla vicenda Fiorito, è parte lesa sia moralmente che economicamente. I veri temi sono altri…

Quali?
Nel Lazio non c’è stato solo Fiorito, ma anche Vincenzo Maruccio, capogruppo dell’Italia dei Valori. Quindi da una parte il tema è come vengono utilizzati i fondi per il funzionamento degli enti e delle amministrazioni pubbliche. Dall’altra riguarda il sistema dei partiti che ruotano prevalentemente attorno alla figura di un leader. Non dico che i leader non debbano esserci, ma devono essere accompagnati dalla partecipazione democratica e dalle strutture territoriali di partito. Se il sistema avesse funzionato meglio in questo senso, molti partiti non avrebbero dovuto subire i rovesciamenti dei vari Fiorito, Penati o Maruccio. La selezione delle candidature dovrebbe avvenire coinvolgendo tutti i cittadini, se questo non avviene e in pochi si chiudono e decidono per conto di tutti è normale che questo accada.

Anche il Pdl ha aperto la strada delle primarie per scegliere il candidato che sfiderà Zingaretti alle regionali..
Per evitare l’accusa di scelte verticistiche i partiti italiani si sono inventati le primarie. Ma questo meccanismo non è normato per legge. Mentre il problema delle primarie è che spesso sono create sulla base delle necessità di chi le propone.

Per le primarie regionali c’è già il nome di qualche candidato per il centro destra?
Ufficialmente non abbiamo ancora parlato di candidato. Girano diversi nomi, tra cui anche il mio.

Ci conferma la sua candidatura?
Non la escludo ma non la confermo. Non è detto che una proposta di stretta osservanza Pdl sia la scelta giusta. Ci potrebbero essere nomi della società civile o di altri partiti. Ma ripeto, nello specifico, ancora nessuna novità.

Passiamo al comune di Roma.
Innanzitutto vorrei fare un critica ai partiti del centro sinistra che hanno deciso di “spostare” Zingaretti dal comune alla regione. La reputo una caduta di stile. Il presidente della Provincia aveva già lanciato la sua campagna elettorale a livello comunale, presentato dei punti in programma, coinvolto il mondo della società civile. Per motivi di tattica, in 24 ore, la sua candidatura è stata spostata dal comune alla regione cambiando completamente l’orizzonte dell’azione politica. Candidarsi a governare una città, ente amministrativo, non è uguale che diventare il presidente di una regione, ente legislativo.

Alemanno ha confermato una sua ricandidatura a sindaco del comune di Roma ma si confronterà con altri candidati all’interno del meccanismo delle primarie. Quale sarà la posizione della sua corrente?
Continueremo a confrontarci sui contenuti, come abbiamo sempre fatto con il sindaco Alemanno. Penso alle politiche scolastiche o alla vicenda Acea che ci ha visto contrari alla decisione di scendere sotto alla soglia del 50%. Penso alla questione dei rifiuti per cui abbiamo proposto il modello rifiuti zero di San Francisco o alla Formula 1 che non abbiamo mai considerato utile a valorizzare le caratteristiche di questa città. Il confronto sui contenuti sarà centrale anche se non mi sento di escludere un’eventuale candidatura. Anche in questo caso, ancora niente nomi.

 

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