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Raggi dal Giappone contro gli zozzoni: "Incastrati con fototrappole". Ma ad attenderla c'è il rischio caos della raccolta

La sindaca e la lotta agli incivili. Al suo ritorno dal Giappone però, ad attenderla, il rischio di un'ennesima emergenza rifiuti in città

Il Campidoglio contro gli "zozzoni". Una strenua battaglia quella combattuta dalla sindaca Virginia Raggi con grande eco sui social. Lotta a chi abbandona per strada, sui marciapiedi, accanto ai cassonetti, rifiuti speciali, pericolosi, ingombranti. Lotta a chi deturpa la città, a chi dimentica le basi del vivere civile. Con reprimenda immediata su Facebook tramite video e foto (a volte non proprio attuali, vedi il caso delle immagini postate il 5 maggio ma girate a Tor Pignattara otto mesi prima) che incastrano i furbetti. L'ultima testimonianza è di ieri. 

"Proprio in questi giorni - racconta la sindaca ai suoi follower - nella zona Aurelia, ovest di Roma, gli agenti hanno identificato uno svuotacantine che, con il suo furgoncino, è stato più volte pizzicato a sversare rifiuti di ogni tipo in strada vicino ai cassonetti". Braccato grazie alle nuove foto-trappole installate dal Nucleo Pics Ambiente della Polizia Locale in diversi punti della città, denunciato e multato a dovere: 1500 euro di ammenda. Nello stesso giorno poi, "sono stati fermati e sanzionati altri mezzi collegati alla stessa rete di svuotacantine". La sindaca rivolge un grazie ai vigili, e ai cittadini che inviano le segnalazioni, sempre utili con le foto trappole, a incastrare lo "zozzo". "Insieme riusciremo a fermare questi incivili" incita Raggi a chiusura del post, confezionato dallo staff mentre lei è in Giappone per il meeting internazionale sulle pratiche cittadine sostenibili, l'Urban 20. 

Quando tornerà però, dopo la parentesi elettorale che ha visto uno stop anche dei lavori in Aula capitolina, la grana sul fronte rifiuti e decoro urbano, a dirla tutta, è un'altra. Bene la lotta agli incivili, ma l'ipotesi emergenza è alle porte per quanto riguarda la raccolta, quella ordinaria. Per l'ennesima volta Roma rischia il collasso. Da giugno, quindi a stretto giro, gli impianti Tmb di Malagrotta, di proprietà del Colari ma gestiti dal commissario Pier Luigi Palumbo a seguito di un'interdittiva antimafia, lasceranno alla porta 500 tonnellate di indifferenziato al giorno da trattare, per lavori di manutenzione straordinaria che dureranno tutta l'estate. 

E' partita la caccia ad altri impianti, quelli analoghi per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti sparsi per il Lazio tra Aprilia, Latina, Frosinone. Chi li gestisce - che già accoglie una parte consistente di scarti romani da quando è andato a fuoco l'impianto Ama del Salario - ha inizialmente frenato lanciando il messaggio: prendiamo più immondizia se aumentano anche gli sbocchi nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore nel Lazio e nella discarica di Colle Fagiolara, entrambi ultimi anelli del ciclo di smaltimento. Poi, nelle ultime ore, secondo quanto riporta l'agenzia stampa Dire, sarebbe arrivata la disponibilità di sette gestori. Ora Ama dovrà vagliare quantità e costi e siglare gli accordi finali.  

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