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Sabato, 20 Aprile 2024

Case ai rom, dopo Meloni Raggi litiga con Alemanno: "Suo il bando che premia le famiglie numerose"

Replica dell'ex sindaco: "Con una determina avevamo escluso chi risiedeva in un campo rom. Raggi non l'ha riproposta"

Dopo la Meloni, Alemanno. La notizia dell'assegnazione di case popolari alle famiglie rom continua ad alimentare lo scontro tra l'amministrazione Raggi e i principali del centrodestra romano. Dopo la leader di Fratelli d'Italia, oggi è toccato ad Alemanno finire al centro dell'attenzione della sindaca. Ieri infatti l'ex primo cittadino aveva parlato di allarme per la decisione della sindaca di ammettere i rom nelle graduatorie delle case popolari. 

Oggi la prima cittadina ha replicato: "Alemanno mi attacca. Dico di smettere vergognosa polemica razzista che non serve a nessuno orgoglioso di se stesso perché grazie ad un bando del 2012 premia le famiglie numerose. Magari anche non volendo ha applicato la costituzione".

Chiamato in ballo l'ex sindaco non si sottrae: "La Sindaca Raggi fa molta confusione sui nomadi e cerca, come al solito, di scaricare le proprie responsabilità sui suoi predecessori. La mia Giunta comunale aveva categoriacamente escluso i nomadi dall’assegnazione delle case popolari. È vero che il nostro regolamento per l’assegnazione delle case popolari dava precedenza alle famiglie più numerose (e siamo molto fieri averlo fatto) ma, proprio perché sapevamo che in questo modo potevamo avvantaggiare le numerosisssime famiglie Rom, abbiamo approvato una determina dirigenziale in cui si escludeva categoricamente dall’assegnazione delle case popolari chi già risiedeva in un campo nomadi. Questa determina non è stata riproposta dalla Giunta Raggi e proprio per questo oggi c’è il rischio concreto, anzi la certezza, che i primi assegnatari delle poche case popolari disponibili siano proprio i nomadi che già sfruttano la nostra città rimanendo da anni accampati nei campi più o meno regolari. Il lavoro della nostra Giunta fu intenso su questa emergenza: abbiamo chiuso 9 campi tollerati, tra cui il famigerato Casilino 900, e fatto più di 1.200 sgomberi di accampamenti abusivi. Per chiudere definitivamente i campi nomadi bisogna continuare su questo percorso di legalità- interrotto da Ignazio Marino quando divenne sindaco - che costringe i nomadi ad andarsene o a diventare cittadini come tutti gli altri che rispettano le regole e pagano le tasse e i normali affitti per una casa. I soldi ai nomadi non mancano". 

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