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Raggi serra le fila: riunione di tre ore per rinsaldare il gruppo. Gelo con il M5s nazionale

Il futuro dello Stadio, il ruolo di capogruppo e il voto a favore su via Almirante. Assente Ferrara. Consiglieri compatti con la sindaca. Di Maio: "Sul caso non chiederemo passi indietro a Raggi"

Virginia Raggi prova a serrare le fila. Ieri una riunione di oltre tre ore con i consiglieri della maggioranza pentastellata ha fatto chiarezza sul futuro dell'amministrazione. Un faccia a faccia per fare il punto dopo l'arresto di Lanzalone e l'indagine a carico dell'ormai ex capogruppo Paolo Ferrara. Il futuro dello Stadio, il ruolo di capogruppo e le prossime iniziative da portare avanti i punti all'ordine del giorno. Il tutto con un'inevitabile passaggio sulla vicenda della via dedicata ad Almirante

Un voto, quello della maggioranza grillina, che ha stizzito e non poco la sindaca che ha ribadito la sua più ferma contrarietà, "imponendo" la contromozione per cancellare l'improvvida decisione che ha regalato alla prima cittadina la figuraccia da Vespa. Un punto fermo, con i consiglieri costretti a chinare il capo e ad accettare la reprimenda. 

Un punto di partenza con cui la sindaca ha voluto controbilanciare il timore di un processo interno sulla vicenda stadio. Una sfiducia che in realtà non si è concretizzata. Già in mattinata infatti i consiglieri capitolini avevano smentito l'intenzione di sfiduciare Raggi avanzata su alcuni organi di stampa: "Ribadiamo che siamo tutti uniti insieme alla sindaca Virginia Raggi. Chi dice che siamo divisi afferma il falso. Lavoriamo tutti per la città a testa alta. Le chiacchiere le lasciamo agli altri", hanno puntualizzato. Una fiducia ribadita anche a voce nel corso della riunione. 

La sindaca, da parte sua, ha provato a tranquillizzare i suoi sulla vicenda Stadio. "Siamo vittime, sono altri quelli che hanno preso soldi", la sintesi del concetto ribadito da Raggi. La Procura ha rassicurato sulla correttezza dell'iter, ma nonostante questo, anche per placare eventuali paure e reticenze della maggioranza a votare gli ulteriori passaggi in aula, sono state chieste ulteriori verifiche. 

Assente alla riunione Paolo Ferrara. Il posto di capogruppo andrà a Giuliano Pacetti: nonostante la vicenda Almirante anche lui ieri i consiglieri e la sindaca hanno espresso massima fiducia. 

Tutto bene quindi? Le ombre e le preoccupazioni non mancano, tanto all'interno quanto per l'evidente freddezza con i vertici nazionali: sulla vicenda Stadio nessuna difesa sul blog, nessun incontro con Di Maio, nessuna telefonata, nessuna puntualizzazione di Grillo. Pesa il rimpallo di responsabilità sulla scelta di Lanzalone e l'aver tirato in ballo Lanzalone. Fuori dai radar anche un possibile incontro per mettere Roma al centro dell'agenda del Governo. Pesa anche l'ormai prossimo processo per la vicenda nomine che vedrà la sindaca in aula. 

La sensazione di presa di distanze dalle vicende romane potrebbe magicamente sparire in caso di assoluzione. Viceversa, nel caso peggiore, Roma diventerebbe ufficialmente un problema da affrontare codice etico alla mano. 

Di Maio nel frattempo a 'Coffee break' su La7 prova a spegnere le polemiche: "Io non ho notizie di nessun tipo di crisi di maggioranza nè tanto meno il movimento chiederà alla sindaca Raggi di farsi da parte. Sul caso Roma l'unica colpa è che ci siamo fidati dell'avvocato sbagliato". 

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