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Politica

Processo Raggi, nuova prova per la sindaca: sul caso Marra i Pm ricorrono in appello

Come atteso, l'accusa punta a ribaltare la sentenza di assoluzione in primo grado

I pm hanno depositato il ricorso. Virginia Raggi tornerà in tribunale per il processo d'appello sul caso Marra, la nomina del fratello di Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca grillina, a capo del dipartimento Turismo. Accusata di falso per aver mentito ad Anac sulle responsabilità di quella scelta, che lei si è interamente attribuita, è stata assolta in primo grado lo scorso novembre

Ora però, come ampiamente atteso, i magistrati Francesco Dall'Olio e Paolo Ielo, che avevano chiesto una condanna a dieci mesi, tornano a ribadire la loro tesi: la sindaca grillina era al corrente del falso commesso, e avrebbe distorto i fatti accaduti per coprire le responsabilità del sodale Raffaele Marra e per evitare al tempo stesso un rinvio a giudizio per abuso d'ufficio che sarebbe caduto a ridosso delle elezioni politiche e avrebbe comportato, secondo il codice etico del Movimento le immediate dimissioni.

Diversa lo ricordiamo l'argomentazione dei magistrati che hanno deciso per l'assoluzione: Raggi sarebbe stata semplicemente "vittima di un raggiro" da parte dei fratelli Marra. Trecento pagine di motivazioni depositate circa un mese fa in cui i giudici evidenziano come, seppur l'affermazione fatta dalla sindaca all'Anticorruzione "non corrisponde alla realtà", il falso in questione "non costituisce reato" in mancanza del dolo. "Saremmo di fronte a una rarissima ipotesi di falso ideologico senza movente o “fine a se stesso”, commesso senza alcuna ragione". Diverso, lo abbiamo detto, l'impianto avanzato dai pm. Che ora puntano a ribaltare il verdetto. 

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