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Raggi racconta Roma ai suoi: spariscono i rifiuti. I problemi? Colpa di "brontoloni e rapaci"

L'intervento dal palco di Italia a Cinque Stelle è una narrazione iper positiva della città. Un'autocelebrazione, ma dei problemi nemmeno l'ombra

Tutto bello, bellissimo. La Roma di Virginia Raggi è una città salvata dal collasso. L'intervento di ieri dal palco del Circo Massimo, dove è in corso la kermesse nazionale Italia a Cinque Stelle, è un'autocelebrazione per quanto fatto finora che sa di assoluzione rispetto a critiche e attacchi. "Abbiamo riportato la legalità, i bilanci sono in ordine, mai più debiti, gare d'appalto e non più affidamenti diretti" esulta la prima cittadina acclamata dalla platea (amica) di uditori pentastellati. 

Nell'elencare le azioni del Campidoglio (in basso il video integrale), ricorda il concordato preventivo avviato per risanare Atac, l'azienda del trasposto pubblico locale. "Stiamo salvando la più grande azienda pubblica d'Europa" dice Raggi, omettendo però l'appuntamento di dicembre con i creditori, che daranno o no l'ok al piano. E tra un successo e l'altro fa il confronto con "quelli che c'erano prima"

"Mentre loro – con le loro finanziarie - chiudevano gli ospedali sulle spalle dei più deboli, noi abbiamo aperto decine di asili nido soprattutto in periferia. Sono stati anche bruciati e vandalizzati. Ci siamo rimboccati le maniche e li abbiamo riaperti. Questa è la nostra forza. Non ci arrendiamo mai"

E ancora: "Dicevano che eravamo dei folli, che le nostre erano idee strampalate. Ora, però, siamo al governo e – cosa più importante – stiamo realizzando i nostri sogni. Stiamo mantenendo le promesse che ci eravamo fatti tanti anni fa. Non abbiamo mai tradito noi stessi". Sarà, ma le strade di Roma restano discariche a cielo aperto. E la sindaca al problema innegabile dei rifiuti, la grana delle grane, non accenna neanche per sbaglio. Al servizio i cittadini hanno dato un voto fra il 3 e il 4 nella ricerca condotta dall'Agenzia per il controllo della qualità dei servizi. E in generale, la qualità vita nella Capitale è stata bocciata con un 5 e qualcosa. Insufficiente. Ma la colpa è sempre di qualcun altro. 

"Sono i brontoloni, sono quelli pronti sempre a lamentarsi; a prospettare un futuro negativo. Quelli che distruggono e non costruiscono mai. In Sicilia si utilizza un’espressione meravigliosa per definirli: sono i nemici della contentezza. Sono quelli del No, quelli del non è possibile, quelli del non si può fare, quelli del è troppo difficile…sono quelli che temono il cambiamento perché in realtà hanno paura di perdere le loro posizioni di rendita. Il futuro che stiamo realizzando noi è invece un futuro positivo, condiviso, partecipato. Giusto"

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