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Caso nomine: ecco cosa aveva dichiarato Raggi prima del processo

Ecco cosa ha dichiarato durante il processo e davanti le telecamere prima della sentenza

E' accusata di falso ideologico. Sulla promozione di Renato Marra e sul ruolo svolto dal fratello Raffaele, all'epoca Capo del personale di Roma Capitale, la Sindaca avrebbe fornito una versione non veritiera all'Autorità nazionale anticorruzione. Sabato 10 novembre il Tribunale dovrà decidere se l'accusa è fondata. Dovrà in altre parole stabilire se Raffaele Marra non si sia limitato ad una "mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali" come la Raggi aveva dichiarato all'Anac. 

Il contesto in cui è maturata la promozione

Tra il settembre del 2017 e la prossima sentenza di primo grado, la sindaca è tornata più volte su quella vicenda. Lo ha fatto in maniera elusiva quando era intervistata ed in maniera evidentemente più approfondita quando è stata chiamata a testimoniare al processo. Sullo sfondo c'è quella riforma della macrostruttura che Raggi aveva annunciato come "un'operazione mai fatta prima" che si sarebbe distinta dal passato per "merito, trasparenza, produttività". In quell'occasione sono stati ruotati 40 dirigenti comunali "per interpello" e quindi su base volontaria.E' quello il contesto in cui matura la promozione di Renato Marra. Una scelta che la sindaca aveva più volte ribadito essere la propria, senza aver quindi subito l'ingerenza del fratello Raffaele.

Dal falso problema al falso ideologico

"Mi sono posta il problema dell'astensione di Raffaele Marra durante la procedura in corso (dell'interpello, ndr) ma allo stesso tempo la procedura era tale per cui a Marra arrivava un atto completamente predeterminato da me nei contenuti. Sono io che ho deciso dove collocare singoli dirigenti, quindi che potere discrezionale aveva?" aveva dichiarato Raggi interrogata dai PM lo scorso 25 ottobre. Il contenzioso nasce perchè, l'ordinanza sindacale di nomina di Renato Marra a Capo del Dipartimento Turismo, viene firmata dall'allora capo del Personale Raffaele Marra, il fratello del beneficiario del provvediento. "Chi altri avrebbe potuto firmare quell'ordinanza?  - aveva obiettato la Raggi durante il proceso - Qualunque altro dirigente sarebbe stato in teorico conflitto di interessi, mi sembrava un falso problema perchè Marra non aveva potere di scelta nei dirigenti, considerando che non aveva potere discrezionale, perché la scelte venivano fatta da me, dagli assessori e dai presidenti di Municipio e lui si limitava a firmare un atto che usciva dal suo dipartimento ma il cui contenuto era stato predeterminato".

L'aumento di stipendio all'insaputa della Sindaca

Ascoltata dai magistrati ad ottobre 2018, la Raggi  ha risposto anche sul tema dell'aumento di stipendio. La promozione di Renato Marra dalla Polizia Locale alla direzione del Dipartimento Turismo gli era infatti valso 20mila euro di stipendio in più. Aumento della quale, la Sindaca, ha però dichiarato di essere venuta a conoscenza soltanto dopo la nomina. "Nel corso di un interrogatorio che ebbi a gennaio 2017 venni a conoscenza che Marra partecipò o fu convocato in una riunione in cui, con De Santis, Meloni e Leonardo Costanzo, avrebbe suggerito di nominare il fratello a capo della direzione Turismo. Oggi più o meno scriverei la stessa cosa (rispetto a ciò che scrisse nella lettera inviata all'Anac, ndr). Lo ha suggerito, è vero, ma è vero pure che Meloni si prende integralmente la paternità  della scelta. Mai Meloni mi ha detto 'Questo nome me lo ha suggerito Marra' e quando scopro che Renato Marra va a guadagnare un importo maggiore di prima mi arrabbio moltissimo".

Rispetteremo le regole

Tra l'interrogatorio di ottobre 2018 e la sentenza, Raggi è stata più volte incalzata dai media. Anche perchè, lo statuto del Movimento 5 stelle, prevede le dimissioni da incarichi pubblici se s'incorre in una condanna. "Sono molto tranquilla, so quello che ho fatto - aveva annunicato ad agosto in un'intervista rilasciata ad Agorà Estate - Se ci sarà una sentenza di colpevolezza rassegnerò le dimissioni? Ci sono delle regole e le rispetteremo". 

L'ultima intervista televisiva

L'ultima dichiarazione pubblica che la Sindaca ha rilasciato sul tema, risale alla puntata di Piazza Pulita andata in onda l'1 novembre.  "Sono molto serena" ha ribadito la prima cittadina davanti le telecamere di La7.  Incalzata sulla possibile condanna, ha risposto che "Ne riparliamo la settimana dopo la sentenza". Nel corso della trasmissione  c'è stato spazio anche per replicare alle richieste di dimissioni, avanzate dal capogruppo leghista in Campidoglio "per  i disastri compiuti e non per la sentenza". "Io penso che la Lega può iniziare a fare la campagna elettorale tra tre anni - ha chiosato la Sindaca nel programma di Formigli - e nel frattempo noi continuiamo a lavorare". Ora però mancano poche ore alla sentenza. Il reato non implica la decadenza automatica, perchè non rientra tra quelli previsti dalla legge Severino. Ma Raggi dovrà fare i conti con lo Statuto del Movimento cinque stelle. In caso di condanna, se non sarà modificato, gli lascerebbe davvero poco tempo "per continuare a lavorare". 


 

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