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Raggi su Ama: "Per noi resta pubblica, ma qualcuno aveva progetti diversi"

La sindaca commenta anche l'inchiesta che vede coinvolto il dg Franco Giampaoletti

La sindaca Virginia Raggi ha dichiarato "piena fiducia a Giampaoletti", il direttore generale iscritto nel registro degli indagati per concussione nell'inchiesta aperta sui conti di Ama. I magistrati stanno vagliando l'ipotesi che Roma Capitale abbia esercitato pressioni sul collegio dei sindaci per modificare il parere, da positivo a negativo, espresso sul bilancio 2017. 

"Sono contenta che la magistratura faccia chiarezza su questi debiti che risalgono a circa 10 anni fa" aggiunge Raggi. Poi la stoccata ai vertici liquidati due giorni fa con un'ordinanza. "Mi sarei aspettata pieno sostegno da parte di tutti". 

E ancora, sempre tra le righe rivolgendosi a chi ha guidato l'azienda negli ultimi mesi, l'ex presidente e ad Lorenzo Bagnacani, da lei stessa nominato: "Ama non solo è un'azienda pubblica, ma deve restare tale. Per cui se qualcuno ha anche solo pensato, anche attraverso ipotetici modelli di sviluppo rappresentati nel progetto di piano industriale, che Ama possa avviare fusioni o collaborazioni con altre aziende, e quindi allontanarsi dalla nostra volontà di lasciare Ama pubblica al 100 per cento, sicuramente non appartiene alla nostra linea"

Come fare con le banche? Ricordiamo che gli istituti hanno fatto sapere che non rinnoveranno i finanziamenti all'azienda senza il bilancio e senza il pegno sui crediti da parte del Comune. "Non ci saranno problemi per il pagamento degli stipendi, come non ci sono stati fin a oggi - rassicura Raggi - voglio rappresentare il nostro pieno sostegno all'azienda anche per quanto riguarda le vicende della parte finanziaria, quindi il rapporto con le banche"

Sarà, ma intanto il bilancio ancora non c'è, e sui tempi dell'approvazione nessuno si esprime. Oggi il tema è stato affrontato in una seduta di commissione Trasparenza. Al tavolo tra i convocati il dg Giampaoletti e l'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. Entrambi hanno confermato le loro ragioni sulla partita dei 18 milioni di euro di crediti iscritti da Ama verso il Comune - per la gestione dei servizi cimiteriali dal 2008 al 2016 - ma che il Comune non vuole riconoscere. "Non li paghiamo perché Ama non ha mai dato evidenza di quegli extracosti - ha spiegato il direttore - non imputabili a una gestione inefficiente ma a oggettive maggiori spese necessarie sostenute". 

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