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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rifiuti, Raggi crede nella sua differenziata: "Nuovo modello in II municipio". Ma è solo per 30 palazzine

La sindaca: "Sono molto fiduciosa". Nel quartiere San Lorenzo però arriveranno solo tre punti mobili, per appena 30 abitazioni. Del Bello (Pd): "Stiamo pressando perché vengano almeno raddoppiate"

Il nuovo porta a porta sta già partendo in II, ed è in fase di organizzazione in I e V municipio. Ad annunciarlo è la sindaca Virginia Raggi ai microfoni di Radio Radio. Obiettivo: incrementare al più presto quel 46 per cento di raccolta differenziata decisamente insufficiente a rendere autonoma la Capitale nella gestione del ciclo rifiuti. Perché l'altra metà di immondizia è indifferenziata, da trattare. E, in mancanza di impianti, da portare fuori dal territorio con costi economici e in termini di rendimento e funzionalità della filiera esorbitanti. Raggi però, che di discariche e termovalorizzatori a Roma non vuole nemmeno sentire parlare, punta tutto sull'impresa delle imprese: raggiungere il 70 percento di rifiuti separati promesso da tre anni a questa parte. 

"Uno degli obiettivi fondamentali è di differenziare l'immondizia. Nei municipi dove c'è la raccolta porta a porta la percentuale raggiunge il 70%". Parliamo di una parte dei quartieri di X e VI, Ostia e le Torri, dove è in funzione il modello con i sacchetti microchippati. "Se estendessimo questo modello a tutta Roma avremmo una città che fa il 70% - insiste la sindaca - altre città per ottenere questi risultati e coprire 300mila abitanti ci mettono anni, noi ci abbiamo messo dieci mesi. Dobbiamo estenderci". Un libro dei sogni, visti gli scarsi risultati in termini percentuali raggiunti nei primi tre anni di mandato. "Il rogo del Tmb Salario ha rallentato tutti i ritmi che ci siamo dati - dice ancora Raggi - ma ora si riprende e si comincia a differenziare in tutti i municipi. Sono molto fiduciosa. Stiamo partendo con la differenziata nel II municipio e a breve con il I e con il V"

Il nuovo modello a San Lorenzo, per 30 condomini

Il I e il V, Centro e Roma est tra Centocelle e Pigneto, sono in calendario. Con il II la sindaca fa riferimento a un porta a porta rivisitato per la sola area di San Lorenzo con dei punti mobili Ama, in partenza in via sperimentale da settembre ma per solo 30 condomini, presentato a villa Mercede dalla stessa Raggi la scorsa settimana. L'idea per il quartiere (dove un porta a porta con i bidoncini negli androni c'era già ma aveva dato diversi problemi) è quello delle domus light, delle "casette" dove posizionare i cassonetti fuori da una o più palazzine. Ma non prima del 2020, nelle more del bando per acquistarle e delle pianificazioni logistiche per posizionarle.

Insomma, ancora poco per il quartiere, che da anni lamenta scarse condizioni igieniche, cattivi odori specie d'estate, topi e blatte nelle abitazioni. "Trenta palazzine sono un numero ridicolo" commenta a RomaToday la minisindaca Pd Francesca Del Bello. "Abbiamo inviato comunicazione ad Ama per chiedere di poter partire a settembre almeno con il doppio dei condomini, almeno 60"

Come scongiurare altre crisi in autunno

Intanto Ama e Campidoglio sono a lavoro per capire come scongiurare un'altra crisi rifiuti in autunno, simile a quella che Roma si è da poco lasciata alle spalle. Le premesse purtroppo ci sono e non si possono ignorare: gli impianti Tmb di Malagrotta in manutenzione per un tempo che supera quello annunciato, sicuramente fino a ottobre, l'Abruzzo che ha detto no alle richieste avanzate da Roma - conferire 10mila tonnellate in più rispetto a quanto stabilito nel contratto in essere - l'ordinanza regionale che scade a fine settembre, insieme all'obbligo per i gestori privati di accogliere i rifiuti dalla Capitale. 

Raggi ha chiesto al ministro Costa e al presidente Zingaretti di riattivare il prima possibile la Cabina di regia nazionale, e Ama sta preparando un documento con scritte nero su bianco le necessità di sbocchi per i rifiuti: quante tonnellate devono andare e dove. Sperando stavolta di farsi trovare preparati. La stessa sindaca ha anche denunciato numeri poco chiari. Con una lettera inviata sempre a Costa e Zingaretti ha sottolineato un "disallineamento" dei dati forniti dalla Regione: un milione di tonnellate di rifiuti indifferenziati l'anno che la Pisana potrebbe trattare ma che, probabilmente, è l'accusa, non vengono utilizzati. 

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