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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"Lo scranno della Raggi è come la maglia numero 10 di Totti"

Il capogruppo M5s Ferrara sull'ipotesi che la consigliera Grancio vada ad occupare il posto che fu, quand'era all'opposizione, dell'attuale sindaca

Che Virginia Raggi rappresenti un'icona del Movimento Cinque Stelle, una sorta di simbolo da venerare, c'erano pochi dubbi. Ieri però è arrivata un'ulteriore conferma. E' il capogruppo pentastellato in Campidoglio Paolo Ferrara a segnare un nuovo paragone. L'occasione è il passaggio al gruppo misto da parte di Cristina Grancio, ormai ex consigliera m5s, cacciata dal gruppo per le sue posizioni sullo Stadio e sulla delibera di piazza dei Navigatori. Un addio carico di polemiche con Ferrara proprio nei giorni scorsi attivo nell'attaccare la sua ex collega. 

Ieri il capogruppo, tra il serio e il faceto, si è spinto verso un paragone ardito. La Grancio infatti deve decidere dove sedere e l'ipotesi è quella che passi dall'altra parte dell'aula, ovvero lì dove sedeva Virginia Raggi insieme ai suoi colleghi quando M5s era all'opposizione. Un posto sacro. Le parole di Ferrara lo confermano: "Deciderà capigruppo a maggioranza per collocazione Grancio. Per me scranno sindaca è come maglia numero 10 di Totti, non si può dare a nessuno".

Ieri la Grancio su facebook ha scritto un lungo post con cui è tornata sulla sua espulsione. Riportiamo di seguito le sue parole

Come a voi noto, per me si è chiusa l’esperienza con il Gruppo Capitolino M5S, al quale vanno comunque due ordini di ringraziamento. Primo, per avermi fatto inizialmente condividere il sogno di un disegno amministrativo nel quale credevo. Secondo, per avermi sospesa e poi espulsa da un Movimento 5 Stelle, che è diventato - a mio giudizio – una camicia di forza e un abuso di potere per chi crede nel sostanziale sistema democratico dei comportamenti e delle idee.

Infatti, come conclude la comunicazione ufficiale del Movimento sulla mia esclusione? Ritengono (e virgoletto) che io "abbia minato la coerenza politica dell’azione del Gruppo, incrinandone l’immagine di unità e di compattezza". Ebbene sì. Ho minato la coerenza politica del gruppo, cercando di difendere i valori e i patti perimetrali del mandato degli elettori, valore fondamentale dell’attività politica nell’amministrazione della Capitale. E ritengo ciò come un azione personale positiva utile e collaborativa. Ho "incrinato l’immagine di unità e compattezza del Movimento?" La risposta è no. Ho esercitato il più elementare diritto costituzionale e l’uso universale del significato di democrazia. I fatti questo raccontano: Come l’esercizio del potere sappia inquinare i valori democratici, non lo devo certo ricordare io. Piuttosto qui, ora, mi compete un altro risvolto importante della politica per Roma.

Mi riferisco a una Capitale paralizzata. I mezzi Atac e Ama vecchi e senza ricambi / buche che hanno evocato un piano Marshall / Appalti fermi anche per il verde pubblico / Il debito del Campidoglio 2017 fuori controllo.

Aggiungo: le indagini della procura per concorso in bancarotta di Eurnova proponente dello stadio della Roma, i conti in rosso Atac, la questione Piazza dei Navigatori. E per finire una delibera sul riordino dell’Ufficio Condono alla quale ho lavorato con un gruppo di consiglieri capitolini e municipali consegnata ormai un anno fa al gruppo e alla giunta e mai presa in considerazione, forse perchè la prima firmataria sarebbe stata la consigliera Grancio? Non penso di dover andare oltre, per questione di tempo. Da dove vi parlo, continuerò a fare come sempre il mio dovere di consigliera, con una sola variante rispetto prima: "Uno NON varrà più… uno”. Era un grande inganno!"

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