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Migranti, oltre 17mila 300 firme per piazza Maslax: "Ferrovie ci conceda l'area"

I volontari di Baobab Experience raggiungono l'obiettivo: un numero di sottoscrizioni pari a i profughi morti in mare negli ultimi due anni. Ora la palla passa a Fs

Chiedono la concessione di una piazza che già utilizzano per l'accoglienza. Ma lo vorrebbero senza la paura quotidiana delle camionette della Polizia che arrivano all'alba e sgomberano tutti e tutto, come già successo cinque volte in tre mesi. Chiedono uno spazio dove fornire un servizio che Roma, di fatto, non offre. Da piazzale Maslax, alla stazione Tiburtina, arriva l'appello: "Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo posti, abbiamo raccolto 17mila 311 firme, il numero dei morti in mare negli ultimi due anni. Chiediamo di poter restare qui".

Sono i volontari di Baobab Experience a lanciare la richiesta a Ferrovie dello Stato. Il parcheggio dove aiutano ogni giorno circa cento rifugiati in attesa di ricollocamento europeo è inutilizzato, abbandonato fin dall'apertura, e da tre mesi è un'oasi di rifugio, una distesa di tende da campeggio dove trovare pasti, cure mediche, supporto e calore umano per chi arriva dal Mediterraneo e resta fuori dai circuiti ufficiali dell'accoglienza. Si chiede che l'oasi diventi "legale". E per farlo serve la concessione da parte di Ferrovie dello Stato

"Quello che abbiamo dimostrato negli ultimi due anni è che si può realizzare un'accoglienza degna, si possono abbattere i muri della diffidenza e si può convivere, creando degli spazi aperti a tutta la cittadinanza. E non è un'impresa titanica. Ci siamo riusciti noi, volontarie e volontari, e soprattutto ci siete riusciti voi, cittadine e cittadine che siete venute/i a vedere, a conoscere, a donare, ad impegnarvi in prima persona" scrivono in una nota stampa. 

"Senza la costante minaccia degli sgomberi, potremmo costruire delle aree per l'assistenza medica, per quella psicologica e per quella legale. Potremmo utilizzare supporti tecnologici per garantire il collegamento ad internet, potremmo illuminare il campo con i pannelli solari, garantire bagni e docce puliti e manutenuti, installare una cucina da campo donataci due anni fa e ancora inutilizzata, riservare un'area per i minori, creare una biblioteca, un'aula studio per le lezioni di lingua, portare un canestro, due porte da calcetto e -perché no- allestire una tenda dove le volontarie e i volontari possano riposarsi e allentare la pressione. E tante altre cose che verranno in mente a noi e a voi". Perché "un altro modello di accoglienza e convivenza è possibile. Chiediamo solo un posto dove poterlo mostrare". Ora la palla è in mano a Ferrovie. 


 

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