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Acea: nuove proteste in aula, arriva il maxiemendamento

Nel momento in cui il presidente Marco Pomarici ha chiesto di iniziare la discussione del maxiemendamento i consiglieri d'opposizione hanno esposto uno striscione con su scritto "no alla svendita di Acea"

Ancora proteste in aula Giulio Cesare su Acea che hanno portato alla sospensione della seduta.

I consiglieri d'opposizione hanno esposto uno striscione con su scritto "no alla svendita di Acea". Inoltre, indossando una maglietta rossa con su scritto: "l'acqua è un bene comune e deve rimanere pubblica. No a privatizzazione Acea", sono saliti sugli scranni della giunta costringendo il presidente a sospendere i lavori ancora dedicati alla votazione della delibera sulla vendita di Acea.

"La scelta di votare prima il maxiemendamento di commissione, il n.46344, è stata degli uffici e dunque, non è politica ma tecnica". A spiegarlo è stato il capogruppo del Pdl Luca Gramazio che, ha aggiunto, "la decisione cade sull'emendamento maggiormente modificativo". In pratica, ogni volta che una delibera arriva in aula, in base al regolamento, vengono discussi prima gli emendamenti soppressivi (circa 150 collegati alla delibera n.32 e già discussi e votati) e poi i modificativi. Tra questi, gli uffici decidono quale, nel merito, è maggiormente modificativo del testo originale della delibera. In questo caso, secondo quanto detto da Gramazio, gli uffici avrebbero deciso per il maxiemendamento e, di conseguenza, i 30mila sub-emendamenti collegati. Una scelta che l'opposizione non ha accettato perché, ha detto il capogruppo del Pd Umberto Marroni, "non hanno mai ricevuto il parere degli uffici. Oggi si è consumata l'ennesima truffa con gli emendamenti perché il maxiemendamento è l'ultimo presentato e noi ne abbiamo presentato altri molto più distanti dal testo originale e che andrebbero, dunque discussi prima".

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