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Mercati rionali, la protesta: "Tagli e nuove imposte. Siamo stufi delle batoste"

Flash mob in diversi plateatici romani e una conferenza stampa nella sede del mercato di Magliana. L'assessore Meloni: "Non abbiamo aumentato le tariffe, vogliamo gestire i fondi per la riqualificazione"

"Raggi: tagli e nuove imposte. I mercati stufi delle batoste". E' lo striscione comparso fuori dai plateatici di Centocelle, Appio Latino, Magliana, Trullo. Gli operatori hanno organizzato dei flash mob contro l'emendamento votato in Aula per aumentare il canone da versare al Comune. Fino a oggi una serie di convenzioni firmate con le cooperative di gestione permettevano agli operatori di trattenere la quasi totalità delle tasse (80/90 per cento) per coprire le spese dei servizi interni al mercato: bollette di acqua e luce, pulizia delle corsie e dei bagni pubblici, vigilanza notturna, piccoli lavoretti di manutenzione ordinaria.   

Con il provvedimento si fa salire al 50 per cento la percentuale di canone da stornare nelle casse capitoline. L'assessore ha ribadito in più occasioni di voler gestire i soldi a livello centrale per riqualificare i mercati. "Non abbiamo aumentato le tariffe e non lo faremo in futuro. Vogliamo anzi investire nella riqualificazione delle strutture che non è stata realizzata finora in maniera efficiente. Vogliamo farlo perché gli operatori meritano di lavorare in strutture sicure". E molte non lo sarebbero. 

"Da un’analisi dei bilanci presentati negli ultimi 2 anni dalle singole AGS - spiega ancora - è emerso che l’importo utilizzato in maniera coerente con le voci di spesa per la manutenzione raggiunge mediamente il 50%, a fronte di quote trattenute dalle AGS che sono arrivate fino al 90% del totale. Per questo, non volendo aumentare le tariffe a carico degli operatori, l’amministrazione intende ora impegnare questi fondi in maniera diretta, efficace e trasparente per il rilancio dei mercati". Ma gli operatori non ci stanno. Oggi la protesta e la conferenza stampa nella sede del mercato di Magliana. 

"E' la prima volta in 25 anni di vita delle ags mercatali che l'amministrazione di Roma Capitale non ha concertato con noi gli interventi - dichiara Valter Papetti, presidente di Anva (Associazione nazionale venditori ambulanti) Confesercenti - da diverse settimane abbiamo chiesto un incontro all'assessore al Commercio, non abbiamo avuto risposta, dalla stampa abbiamo appreso che per l'ennesima volta si cerca di fare cassa sulle pelle della nostra categoria, da febbraio con tutti i presidenti delle ags, siamo pronti alla riconsegna delle chiavi dei plateatici e dei mercati coperti". 

Idem per Paolo Rendina, coordinatore comitato mercati rionali. "L'ennesimo atto pubblico che di fatto vessa ancora una volta le piccole imprese a conduzione familiare, vero motore dell'economia romana, sta a farci capire dove questa amministrazione sta andando, o meglio favorire la grande distribuzione globalizzante, a discapito del tessuto sociale della città".

Presente anche Maurizio Politi (FdI), consigliere capitolino vicepresidente della commissione Commercio. "Da subito ci siamo opposti all'approvazione di questo emendamento, prima in commissione e poi in aula Giulio Cesare, ma la maggioranza a Cinque Stelle è stata sorda a ogni richiesta. Abbiamo già fatto presente i palesi vizi di legittimità dell'atto in questione, che va a modificare in modalità unilaterale le precedenti convenzioni sottoscritte con gli operatori, ma non abbiamo ricevuto ascolto. Oggi stesso scriveremo al segretariato generale per sollevare ufficialmente la questione e chiedere l'annullamento dell'emendamento, che qualora fosse applicato costringerebbe decine di mercati rionali alla chiusura". 

Protesta mercati rionali


 

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