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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Ordinanza Prostituzione, dalla parte delle Lucciole

Nel giorno dell’arresto di 4 persone accusate di gestire un giro di prostituzione a Tor Bella Monaca, torna ad accendersi il dibattito sulla prostituzione. Abbiamo intervistato Monica Rossellini, dell'associazione La Strega da Bruciare: “Andremo in appello dopo che il Tar Lazio ha rigettato il nostro ricorso. Le ordinanze dei sindaci sono antidemocratiche. E a Verona abbiamo vinto”


La prostituzione di strada “sottrae spazi di vita sociale e civile al resto della collettività”. Così il Tar del Lazio, a dicembre, ha respinto il ricorso delle associazioni che tutelano i diritti delle prostitute – il Comitato per i diritti civili delle prostitute (CDCP Onlus) e l’associazione La Strega da Bruciare – contro l’ordinanza emessa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno nel settembre scorso e contro il decreto del ministro dell’Interno, Roberto Maroni. L’ordinanza, in vigore da settembre, si avvale delle norme contenute nel Regolamento della Polizia Municipale e nel Codice della Strada. Nel provvedimento si legge, tra l’altro, che “l’attività di meretricio produce gravi situazioni di turbativa alla sicurezza stradale, a causa di comportamenti gravemente imprudenti, in violazione del Codice della strada, di soggetti che, alla guida dei propri veicoli, sono alla ricerca di prestazioni sessuali”.

L’ordinanza aggiunge anche che l’uso da parte delle prostitute “di un abbigliamento indecoroso e indecente” costituirebbe “motivo di distrazione per gli utenti della strada e causa di frequenti incidenti stradali”. Nei fatti, il provvedimento vieta dunque nelle strade del comune di Roma, e soprattutto sulle vie consolari, “dove maggiore è il rischio di gravi incidenti stradali, di contattare soggetti dediti alla prostituzione”, e di “assumere atteggiamenti, modalità comportamentali ovvero indossare abbigliamenti che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio”.

“Irrilevante - si legge nella sentenza - s’appalesa il fatto che, da sola, la prostituzione non costituisca reato, perché per un verso essa dà luogo a negozi illeciti per violazione dell’ordine pubblico e del buon costume” e per altro verso s’impone come “pervasiva, ossia come uno spazio di mercato del tutto anomalo e che la cittadinanza subisce e sente come degrado della convivenza civile”. Quindi “l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana”.

Andrete in appello? “Assolutamente sì. Le ordinanze, per noi, sono anticostituzionali”, racconta Monica Rossellini de La Strega da Bruciare, associazione di volontari che si occupa della rivendicazione e della tutela dei diritti civili di prostitute, gay, lesbiche, bisessuali, trans/gender, e queer. “Danno un potere ai sindaci ‘dittatoriale’: una persona sola che decide della vita degli altri” prosegue Monica. “E’ veramente assurdo e antidemocratico, per noi, tutto quello che c’è scritto sulle ordinanze. Quello che si contestava al Sindaco, a Roma come in altre città, è di aver usato lo ‘strumento dell’ordinanza contingibile e urgente’, che l’ordinamento italiano prevede solo in casi di gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Circostanze che, nel caso della prostituzione, vanno assolutamente escluse”.

Ogni comune ha un’ordinanza differente, “e bisogna studiarsele ad una ad una per non incappare in reati”. Inoltre, “nelle ordinanze vengono criminalizzate le vittime e non gli sfruttatori”. Persone inserite nel traffico di esseri umani della prostituzione, che diventerebbero così, secondo l’associazione, irraggiungibili da parte degli operatori sociali e delle forze dell’ordine.  Si aumenta la probabilità che la prostituzione si sposti al chiuso, insomma? “La prostituta è una vittima, e questo non viene mai ricordato a sufficienza. Tutti si sentono in diritto di parlare del fenomeno senza averne la minima cognizione. Mi fa rabbia, e mi fa ridere allo stesso tempo. La prostituzione è un fenomeno altamente complesso, invece”.

La Strega da Bruciare ha partecipato, insieme a tutte le altre associazioni, alla manifestazione contro il Ddl Carfagna sulla prostituzione il 13 dicembre scorso a Piazza Farnese. “Un grande successo. E dicevamo tutti la stessa cosa…”, commenta Monica Rossellini. “Mi pare evidente che sarebbe più giusto sederci tutti attorno ad un tavolo e provare a dare una soluzione al problema”.  Difendere le vittime, ma anche aiutare chi ha scelto un determinato stile di vita è ciò che proponete?  “Le ordinanze non criminalizzano solo la prostituta e il cliente. Criminalizzano, anzi, qualsiasi donna che scelga di vivere la propria vita sessuale come meglio crede”.

Un ritorno a prima della Legge Merlin (la legge n. 75 del 1958, con la quale veniva decisa l'abolizione della regolamentazione della prostituzione in Italia e avviata la lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui, insieme alla soppressione delle case di tolleranza)? “Sì, ed è assurdo tornare indietro di 50 anni”, risponde decisa Monica. “Il giudice amministrativo – aveva commentato il Sindaco Alemanno in merito alla sentenza del TAR Lazio – sottolinea come l’ordinanza non colpisce il libero esercizio della prostituzione, ma colpisce le sue modalità che non devono essere in contrasto, così come per qualsiasi attività privata, con l’utilità sociale, con la sicurezza della collettività e non devono ledere la libertà e la dignità delle persone”.

“Ma noi chiediamo che venga riconosciuto come lavoro”, ricorda Monica Rossellini. “Così sarebbe una libera professione, e non ci sarebbe più sfruttamento. Noi abbiamo perso con il Tar Lazio, ma andiamo in appello. Il Tar del Veneto, invece, ha accolto il nostro ricorso”. La notizia, infatti è di questi giorni: la terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni legate al mondo della prostituzione che, anche in Veneto, si sono schierate contro l'ordinanza varata dal Comune di Verona che prevede una multa fino a 450 euro per chi viene colto nell'atto di contrattare prestazioni sessuali in strada. “Con buona pace del sindaco Flavio Tosi”, chiosa Monica.  “Quello che dà fastidio, qui a Roma (ma anche altrove in Italia), è l’indifferenza” conclude Monica Rossellini. “Ho avuto modo di incrociare Alemanno, e ho chiesto un incontro con lui, per raccontargli dell’operato di queste associazioni. Mi è stato detto che l’unico incontro che avrebbe visto la sua disponibilità sarebbe stato con la Giovanni XXIII (l'Associazione fondata da Don Oreste Benzi, ndr.). Questo è discriminatorio. Ci sono persone perbene e persone “permale”? Ma lui guida la nostra città, e ci dovrebbe guidare tutti”, conclude.


Angela Gennaro
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