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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"La prossima Roma" è senza Pd. Il messaggio a Renzi: "Puntiamo su Marchini"

Nessun endorsement da parte di Rutelli, ma la sensazione forte di una vicinanza con l'ex "imprenditore calce e martello". Il racconto di otto ore che danno il via ai giochi per la scelta del candidato di centrosinistra

Chiamatela laboratorio di idee, cantiere, think tank, "Leopolda pane e cicoria". Scegliete la definizione che più vi piace. Rimane comunque una certezza: "La prossima Roma", l'incontro organizzato da Francesco Rutelli, mette in moto i giochi per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra e lancia più di un messaggio a Matteo Renzi. Franco Gabrielli, corteggiato dal Rottamatore, non è disponibile a fare il candidato civico che il Premier immagina per la corsa al Campidoglio. Nel contempo l'area dei rutelliani appare convinta nella scelta di Alfio Marchini. Il tutto con la benedizione dell'ex sindaco di Roma, aspirante kingmaker del centrosinistra romano

Attesa da settimane come il possibile lancio di un candidatura dello stesso Rutelli, "La prossima Roma" ha attirato l'attenzione di molti addetti ai lavori. Così al centro congresso Roma Eventi, a due passi da piazza di Spagna, c'era la folla delle grandi occasioni: oltre 2000 le presenze stimate. Ma cosa è stata "La prossima Roma"? "Una palla di neve che speriamo generi una valanga di partecipazione", per dirla con l'ex sindaco. Un incontro che ha riunito per la prima volta tutte, o quasi, le anime dei dem, per dirla guardandola superficialmente.

Nella forma si è trattato di un susseguirsi di interventi, 82, più o meno interessanti, tutti proiettati al futuro, alla Roma che sarà e mai a quella che è o è stata, accompagnati a margine dalla sfilata dei soliti tanti personaggi in cerca di autore, di lavoro o di collocazione politica

Nella sostanza però si è trattato della messa in scena di un messaggio da far arrivare a Renzi. Una "recita" di 8 ore con Rutelli gran cerimoniere, regista della prima mossa di quella che sarà la partita per scegliere il candidato di centrosinistra. E' stato lui a volere l'incontro, lui ad aprirlo e lui a chiuderlo. In mezzo molti esponenti della società civile, imprenditori, studenti, con discorsi e proposte accattivanti. A parlare anche i renziani di Roma (della prima e della seconda ora, ndr), apparsi poco rock e molto lenti, capaci solo di citare il Premier e i suoi discorsi. Idee, progetti, promesse: fila via così la mattinata, con parole già sentite, pesanti e a volte vuote. Una rappresentazione (probabilmente voluta da chi ha pensato l'evento, ndr) di un renzismo romano incapace di cambiare marcia, di prendere per mano la città e il Partito democratico. 

Già, il Partito democratico, il grande assente. Nessun simbolo, nessuna bandiera, nessuna idea veramente di sinistra. Orfini, il commissario di quel che resta del Pd, aveva annunciato la sua assenza. Presenti invece molti ex consiglieri comunali, a caccia di una "sanificazione" dopo la cacciata di Marino. Si parla di civismo, di partecipazione civica e si usa poco, pochissimo la parola politica.Non a caso l'applauso più vero e sentito lo raccolgono i ragazzi dell'associazione "Tor più Bella" che portano le istanze dell'estrema periferia in un'arena dove fino a poco prima si era parlato solo e soltanto di centro storico. 

Rutelli spiega che "il contributo di questa giornata è destinato certamente al Pd se ne farà un momento di ripartenza. Ma se il Pd non ce la dovesse fare queste energie andranno incanalate in un soggetto civico".

La strada è spianata per un pomeriggio decisamente più vivo. Sono le 15 quando entra Alfio Marchini. I fotografi e i cameramen lo assalgono. Non prenderà la parola, fanno sapere i suoi fedelissimi. All'ingresso però si ferma con i giornalisti. Due minuti, tanto basta per dire che è qui perché conosce Rutelli dal 1995, perché lo stima e perché ha colto nelle sue parole l'idea condivisa del "civismo come ossigeno per la politica". Entra in sala e per 10 minuti ruba la scena a tutti. Gli interventi vanno avanti, ma i fotografi e gli sguardi dei presenti sono tutti per lui, per l'aspirante sindaco dal cuore spezzato. L'impressione è quella di un'investitura più forte di un'investitura ufficiale. Sullo sfondo infatti Rutelli se la ride, per nulla dispiaciuto delle attenzioni raccolte dal "candidato civico".  

Mezz'ora dopo è la volta di Franco Gabrielli, intervistato dall'ex direttore de Il Tempo Mario Sechi. Il Prefetto di Roma, la prima scelta neanche troppo nascosta di Renzi per fare il sindaco della Capitale, chiarisce subito di non volersi candidare. "Non sono minimamente interessato. Ho un grandissimo rispetto della politica e per chi si impegna per amministrare la cosa pubblica, ma sono cose che a me non interessano". Dialoga con Sechi, parla di Giubileo, ride quando si parla della candidatura di Marchini. "Al massimo posso fare il suo assessore", dice con una battuta che sembra quasi una notizia. Poi aggiunge: "Sono qui perché invitato da un amico di vecchia data. Quello di oggi non è un appuntamento sotto una bandiera. Si parla di Roma e sono il prefetto di questa città, fino a prova contraria. Non ho fatto endorsement a nessuno, non ho caldeggiato nessuno, non ho fatto un intervento, ma ho risposto a delle domande". 

Insomma, Gabrielli si toglie la divisa, scomoda, di candidato in pectore e la consegna, volentieri, a Marchini. La sensazione è quella. Lo fa davanti a Rutelli che con "La prossima Roma", punta ad essere ciò che Goffredo Bettini è stato per lui, per Veltroni e per Marino. Ecco perché il no di Gabrielli alla candidatura, accompagnato da ammiccamenti e sorrisi, sembra assumere un significato diverso rispetto alle smentite precedenti. Il Prefetto lascia il centro congressi e dopo 10 minuti Marchini lo segue: "Devo raggiungere i miei figli", dirà Alfio ai giornalisti uscendo. C'è però il tempo per qualche battuta: "Ho preferito ascoltare e non parlare perché non è ancora il tempo dei comizi. È importante che Francesco Rutelli abbia colto il nuovo ruolo che deve avere il civismo che è quello di ossigenare la politica, perché il dualismo dei divisori di professione non ha senso".

Tocca a Rutelli chiudere e ribadire che "la prossima Roma è un'associazione di servizio per la città che non parteciperà ad alcuna scadenza elettorale". Lancia poi la proposta: "Istituire una settimana di impegno civico da tenere in Primavera, in cui ogni romano dedichi almeno un giorno all'anno alla proria città". La chiusura è sulla prospettiva: "Guardiamo ai prossimi 10 anni, al 2025 e alle scadenze che aspettano la nostra città, alle possibili prossime Olimpiadi, al Giubileo ordinario". Una sfida lunga, appena cominciata in cui Rutelli vuole dare le carte. La palla di neve è partita, vedremo se si trasformerà in valanga. 

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