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Alemanno: "Il problema profughi non è solo nostro, ma europeo"

Dopo le dichiarazioni di Alemanno il prefetto di Roma assicura che in città non arriveranno profughi libici. Intanto il sindaco rilancia verso l'Ue: "Sono questi i momenti in cui l'Europa ci delude"

Già nei giorni scorsi Gianni Alemanno aveva espresso con chiarezza la sua posizione in merito all'arrivo di migliaia di profughi in città. In una lettera al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il sindaco di Roma aveva chiesto di non orientare verso la capitale i profughi provienienti dalla Libia.

Questa richiesta non significa che Roma volesse sottrarsi dalla responsabilità di accogliere gli immigrati, anzi tutt'altro. "Roma ha fatto l'80% dell'accoglienza a rifugiati politici e richiedenti asilo. Ce ne sono circa 8 mila nella capitale. Adesso - ha dichiarato Alemanno - è giusto che con questo piano nazionale lo sforzo per la prova più difficile si spalmi sul territorio". Dopo la richiesta fatta a Maroni è giunta la risposta del prefetto che ha garantito che, sebbene il Lazio farà la sua parte, a Roma non ci saranno nuovi insediamenti perché la città ha già risposto all'emergenza profughi.

La presenza massiccia di immigrati libici, prima a Lampedusa e poi forse in tutta Italia, non trova risposte e azioni concrete da parte del resto d'Europa secondo Alemanno. "Noi dobbiamo fare in modo che lo sforzo per i rifugiati politici sia europeo e non italiano, e su questo si stanno molto impegnando i ministri Maroni e Frattini. Bisogna insistere con molta decisione e durezza perché non si può spingere verso conflitti, anche necessari, come ha fatto la Francia e poi ignorare le conseguenze sul Mediterraneo" ha dichiarato Alemanno a termine della premiazione dei Cavalieri del commercio in Campidoglio.

"Purtroppo sono questi i momenti in cui l'Europa ci delude. Nell'Ue deve nascere una grande solidarietà, si può mai pensare che il problema di un paese sia solo di quel paese" ha concluso il sindaco di Roma.
 

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