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Casa, doppio presidio in Regione e in Comune: "L'emergenza non è uno spot elettorale"

I presidi organizzati da Bpm, Action, Coordinamento cittadino di lotta per la casa e Asia Usb

Doppia protesta questa mattina sul tema dell’emergenza abitativa. Un gruppo di attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare (Blocchi precari metropolitani, Action e Coordinamento cittadino di lotta per la casa) e il sindacato Asia Usb hanno protestato sotto l’assessorato alla Casa della Regione Lazio in via Capitan Bavastro 108, a Garbatella, e presso quello all’Urbanistica del Comune di Roma, all’Eur. L’apertura di un tavolo con la Regione Lazio, dopo la manifestazione del 7 febbraio scorso, per gli attivisti “non sta producendo gli effetti che ci si aspettava”.

Tra le richieste avanzate quel giorno da sindacati e movimenti figuravano la riattivazione di un piano regionale per l’emergenza casa, che aveva stanziato circa 200 milioni di euro di fondi ex Gescal, in buona parte non ancora spesi, uno stop a sfratti e sgomberi, la definizione del tema delle residenze e della gestione delle utenze interdette dalla legge Renzi/Lupi, la regolarizzazione degli inquilini senza titolo nelle case popolari, la tutela dei residenti nelle case degli enti previdenziali e una maggior attenzione all’edilizia agevolata, i cosiddetti piani di zona. 

“Il segretario del PD, nonché governatore rieletto della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha affermato a proposito del palazzo occupato in via Santa Croce in Gerusalemme, l’importanza di intervenire con urgenza per affrontare il tema dell’emergenza abitativa”, si legge in una nota. “Ha però dimenticato che nei cassetti dell’assessorato regionale alla casa giace una delibera da più di quattro anni”. Così movimenti e sindacato chiedono "l’immediato utilizzo della delibera regionale sull’emergenza abitativa e la convocazione di un tavolo di confronto sulla legge 12. Che fine hanno fatto i 200 milioni di euro dell’ex-Gescal previsti per Roma fin dal 2014 per l’attuazione della suddetta delibera? Una domanda a cui da anni non riceviamo una risposta. Se davvero le intenzioni del governatore sono sincere e non dettate dalla necessità di raccattare qualche voto alle prossime elezioni europee, questo è il momento di produrre lo scarto necessario”.

Nel corso del presidio, una delegazione è stata ricevuta da alcuni membri dello staff dell’assessore Massimiliano Valeriani. Dall'assessorato non arrivano comunicazioni ma gli attivisti spiegano: “Ci è stato assicurato che l’assessore parteciperà ad un’assemblea presso l’occupazione di via del Caravaggio”. Immobile che, insieme all’ex scuola di via di Cardinal Capranica, è in cima alla lista degli stabili sotto sgombero. 

In concomitanza al presidio davanti agli uffici regionali, all’assessorato all’Urbanistica capitolino scoppiava la protesta di un gruppo di famiglie dei piani di zona Castel Giubileo e Casale Nei, in questo caso relativamente al caso della palazzina di via Volonté, occupata da 12 anni e venduta all’asta all’inizio di aprile dopo il fallimento della cooperativa costruttrice (qui la storia). “Si tratta di alloggi che hanno ricevuto finanziamenti pubblici per essere costruite, proprio perché destinate ad essere affittate a prezzi calmierati”, spiegano Asia Usb e Bmp. “A Castel Giubileo (qui la storia), invece, l’immobiliare che ha acquisito i palazzi ha affittato per anni gli appartamenti a prezzi di mercato e la palazzina di via Volonté è stata venduta all’asta. Cosa impedisce l’applicazione della legge che in questi casi prevede la revoca? A febbraio abbiamo incontrato la Regione chiedendo di intervenire sull’asta ma non è stato fatto nulla”. 

Intanto mentre movimenti, occupazioni e sindacati si preparano a un corteo cittadino per la metà di giugno, domani in Prefettura si terrà un nuovo tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza con al centro il tema sugli sgomberi. 

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