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Gabrielli nel XIII municipio: "I problemi si risolvono ma basta divisioni"

Continua il tour di Gabrielli nei municipi della Capitale. Il Prefetto non ha risparmiato frecciatine ai 'colleghi': "Ci metto la faccia ma ce la dobbiamo mettere tutti". Poi la promessa: "Il campo della Monachina sarà il primo ad essere chiuso"

Il prefetto di Roma Franco Gabrielli torna in periferia. Questa volta nel XIII municipio dove ieri, presso la sede dell'amministrazione locale in via Aurelia, ha incontrato il presidente Valentino Mancinelli e i cittadini. Sul tavolo i problemi scottanti del quadrante, dalla presenza di un campo rom alla prosituzione, ma anche qualche frecciatina lanciata "a colleghi" e al "sistema". Il Prefetto ribadisce il senso e sottolinea l'importanza del suo tour nei territori di Roma: "Il mio volere essere continuamente nei territori vuole essere da stimolo ai colleghi e a tutto il sistema perché come ci metto la faccia io ce la dobbiamo mettere tutti" ha affermato proprio mentre il primo cittadino stava raccogliendo gli applausi dei sostenitori sulla cima del Campidoglio: "O queste vicende le approcciamo e cerchiamo di risolverle insieme o non andiamo da nessuna parte" ha poi aggiunto. 

Per inquadrare ancor meglio l'aria che tira, basterebbe una battuta. Quella con cui Gabrielli ha salutato Mancinelli e i consiglieri municipali al termine dell'incontro: "Ci vediamo dopo l'estate se non siete ancora stati sciolti...". Una battuta, certo, ma con un retroscena per niente 'leggero'. Il riferimento infatti è alla possibilità di uno scioglimento del Comune di Roma, e quindi dei Municipi, a seguito dell'inchiesta 'Mafia Capitale' portata avanti dalla Procura. Proprio Gabrielli sta analizzando la relazione dei commissari ed entro un mese al massimo sarà chiamato ad esprimersi in merito e a riferire al Viminale. Una decisione non di poco conto che in molti continuano ad escludere ma che mantiene 'appeso' il destino dell'amministrazione Marino.

Gabrielli, di fronte ai problemi elencati, non si tira indietro. "Sono seri e vanno risolti. È come se qualcuno di noi pensasse che un tumore metastatizzato possa essere approcciato con una paccata di aspirina" ha affermato. Così non risparmia una critica: "I risultati verranno però sono convinto che bisogna remare tutti nella stessa direzione e a non utilizzare strumentalmente determinate situazioni. La dialettica politica è il sale della democrazia, il pensiero unico va scongiurato perché laddove c'è stato siamo sempre finiti molto male. Ben vengano le effervescenze tipiche della democrazia ma mi piacerebbe un paese in cui la disputa politica prescindesse dalla distruzione sistematica delle istituzioni, perché queste sono di tutti".

Tante le questioni sul tavolo, dai rom alla prostituzione. E la politica, quella che ha governato Roma negli ultimi anni, viene tirata direttamente in causa: "I problemi sono antichi, non sono d'accordo sul fatto che non ci sia responsabilità. Io combatto proprio l'idea 'tutti responsabili, nessun responsabile'. Qui i responsabili sono molto chiari, chi ha governato la città negli anni. Chi più chi meno".

In quanto alla prosituzione per strada, per Gabrielli non è possibile risolverla con le forze dell'ordine. Per il Prefetto bisogna prendere "coscienza che questa è un'attività che morirà col genere umano perché ha un'offerta ma fondamentalmente ha una domanda e senza questa sarebbe morta da quel dì. Il meretricio è una cosa che attiene al genere umano". 

E ancora, il campo rom della Monachina. Il Prefetto annuncia un nuovo censimento di fotosegnalamento. Un contributo "da mettere a disposizione di tutti i soggetti interessati al superamento dei campi in generale e di quello della Monachina in particolare". E proprio quello della Monachina sarà il primo campo sul quale sperimentare il processo di superamento. "In questo senso ci stiamo impegnando, è stato programmato l'ultimo censimento che vedrà l'impiego massivo delle forze di polizia e poi con l'assessorato competente del Comune decideremo dove destinare queste persone. Mi risulta che all'interno ce ne siano alcune che hanno le case e quindi non possono stare lì ma avere una collocazione che riferiremo a ogni cittadino di questo paese perchè la vera integrazione passa attraverso una non discriminazione al contrario".

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