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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Mafia capitale, Gabrielli: "La strada della legalità è ancora lunga"

Il prefetto di Roma ha parlato in commissione parlamentare antimafia per illustrare il lavoro delle commissioni d'accesso tra il 7 settembre e il 2 novembre 2015

Dopo mafia capitale il Comune di Roma "per riportare la gestione sui binari della legalità deve fare ancora un lungo tratto di strada". Ne è convinto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, che questa mattina è stato ascoltato dalla commissione parlamentare Antimafia per illustrare il lavoro svolto dalle commissioni d'accesso con riferimento al periodo dal 7 settembre al 2 novembre 2015, quindi terminato poco prima dell'arrivo del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. Quest'ultimo, come annunciato oggi dal presidente della commissione parlamentare Rosy Bindi, verrà invece ascoltato entro metà febbraio. 

LE INFILTRAZIONI - Nel suo intervento il prefetto ha parlato delle infiltrazioni mafiose nella Capitale: "Gli ultimi mesi 2015 non hanno fatto registrare modifiche della geografia e nelle attività criminali a Roma, che continuano a fare perno sulle loro disponibilità economiche e finanziarie che gli permettono di inserirsi nel tessuto imprenditoriale romano, quindi vedono in Roma un terreno ideale per il riciclaggio del denaro attraverso traffici illeciti sfruttando le opportunità offerte dall'economia locale i cui punti forti coincidono con i settori tradizionalmente appetiti da questi sodalizi" ha spiegato. "I tentativi di penetrazione riguardano i segmenti degli esercizi pubblici e commerciale, anche di aree pregiate, come quelle del Centro Storico, il mercato immobiliare, i servizi finanziarie e le intermediazioni. Determinante per il perseguimento di questa strategia con la quale il crimine organizzato punta a farsi impresa, è la rete di stabili relazioni con operatori economici ed esponenti del mondo della finanza disponibili a prestare la propria complicità per agevolare la penetrazione e l'inserimento delle mafie".

LA MAPPA DELLA CRIMINALITA' - Gabrielli ha poi tracciato una 'mappa' della presenza delle organizzazioni mafiose sul territorio capitolino: "La 'ndrangheta si conferma essere la consorteria più pervasiva con i suoi diversificati interessi nel campo delle attività alberghiere, degli esercizi pubblici e della ristorazione, nel commercio di preziosi e autoveicoli. Cosa nostra, invece, concentra i propri appetiti nel settore degli appalti connessi alla realizzazione delle opere pubbliche". E ancora. "Per quanto riguarda la camorra, si conferma il dato per cui diversi clan dopo essersi insediati nel litorale pontino mirano ad allargarsi ed estendere i propri interessi per inserirsi nel tessuto imprenditoriale della Capitale". Tutto ciò, ha concluso Gabrielli, "non implica una rinuncia, da parte di tutte queste consorterie, ad esercitare un ruolo preminente nel traffico degli stupefacenti nell'area di Roma, sempre vista come un luogo particolarmente remunerativo".

I FUNERALI DEL CASAMONICA - Il prefetto ha commentato anche uno degli episodi che più hanno attirato le polemiche nei mesi scorsi: il funerale show organizzato dai Casamonica a Don Bosco. "Il funerale di Casamonica è un episodio certamente negativo che ha dato la sensazione che gli organi di polizia non fossero a conoscenza della pericolosità del sistema, per cui con riferimento a quel buco informativo abbiamo reimpostato un circuito informativo che speriamo possa dare risposta se non altro per la percezione dell'opinione pubblica" ha continuato.

COMMISSIONI D'ACCESSO NEI MUNICIPI - Per la presidente della commissione Rosy Bindi, la prefettura dovrebbe valutare di aprire commissioni d'accesso nei municipi capitolini, non solo nel VI. "I monitoraggi devono andare avanti, per cui servirebbe la nomina di nuove commissioni d'accesso per verificare se con le determinazioni prese si possano considerare serenamente chiuse le osservazioni su queste realtà" ha spiegato. Per Gabrielli "il monitoraggio deve essere particolarmente penetrante e portare a ulteriori approfondimenti, o altrimenti si dovrà ripensare la riforma delle norme sullo scioglimento dei Comuni, perchè la scelta tra sciogliere o non sciogliere non è più sufficiente".

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