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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Porta a porta negozi, altro che "rivoluzione" a cinque stelle: 18 mesi di flop e ancora il bando nuovo non c'è

Il 23 aprile scadono gli affidamenti ma Ama non ha ancora predisposto la nuova gara. Doveva migliorare i continui disservizi denunciate da ditte e utenti

A fine aprile scadono i subappalti per la raccolta differenziata presso negozi e locali pubblici, e Ama non ha ancora predisposto il nuovo bando di gara che sulla carta doveva servire a migliorare quello che è stato giudicato da più parti un pessimo servizio. Eccolo, l'ennesimo fronte di crisi aperto al capitolo rifiuti. 

E pensare che doveva essere il fiore all'occhiello della raccolta romana: il porta a porta per negozi, locali pubblici, esercizi commerciali, scuole, ospedali, lanciato a gran voce a ottobre 2018 dall'allora assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari. Puntava ad aumentare la copertura da 20mila a 85mila utenze. 

La "rivoluzione" di Montanari è un flop

Invece si è rilevato un flop totale, tra giri di raccolta molto inferiori alle esigenze, una mappatura delle utenze fatta male dove spesso quelle esistenti non corrispondevano a quelle messe sulla carta (ne risultavano circa 30mila in meno di quelle dichiarate nel capitolato), ditte pagate in ritardo, proteste dei lavoratori, caos con i bidoncini da piazza sul marciapiede o dentro i locali, la normativa non lo ha mai chiarito. 

In più occasioni Ama ha ammesso gli errori. "Questo appalto è stato immaginato per una città che non era Roma. Se avessero chiesto a gente dell'Ama avremmo detto molto umilmente 'partiamo con 1, 2 o 3 lotti'" dichiarava lo scorso settembre Marcello Bronzetti, responsabile Prevenzione, Sicurezza, Disciplina e Sorveglianza sanitaria. Eppure, sei mesi dopo, non c'è traccia di un bando che appunto doveva seguire al mea culpa. 

Nessuna traccia del nuovo bando

Siamo a fine febbraio, il 23 aprile gli affidamenti scadono e l'azienda dei rifiuti capitolina non ha ancora predisposto la nuova gara. Che comunque dovrà restare aperta, per legge, 180 giorni. Quindi Ama, che ancora non ha esaurito i 150 milioni iniziali stanziati per la prima gara, suddivisa lo ricordiamo in 15 lotti, circa uno per municipio, ha chiesto alle ditte che effettuano la raccolta di andare in proroga per un tempo non precisato, con reazione a catena delle ditte affidatarie. 

L'Ati composta da Roma Multiservizi, Isam e Sea srl, ha avviato in totale 200 procedure di mobilità per i lavoratori e annunciato che si sfilerà dall'appalto, dicendo no prima di tutto alla proroga. Il rischio è una denuncia da parte della stazione appaltante per interruzione di pubblico servizio. Un caos, l'ennesimo sulla pelle di lavoratori e cittadini. 

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