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Politica Ponte Mammolo / Via delle Messi D'Oro

Da Ponte Mammolo lettera aperta dei rifugiati: "Noi ancora qui, nel parcheggio da un mese"

Dormono ancora in strada, in cinquanta, dopo più di un mese dallo sgombero dell'insediamento di via delle Messi d'Oro, raso al suolo dalle ruspe. Anche l'assessore Danese risponde con una missiva

Su di loro è calato il sipario. L'emergenza si è spostata a Tiburtina, nella tendopoli della Croce Rossa e intorno al centro Baobab di via Cupa. A Ponte Mammolo invece, dove l'11 maggio le ruspe hanno raso il suolo l'insediamento abusivo per rifugiati e transitanti, c'è chi è rimasto a dormire sul piazzale. 

Sono una cinquantina dei 400 sgomberati dal villaggio. Vanno avanti ormai da più di un mese con l'aiuto delle associazioni presenti sul posto con presidi fissi, da Prime Italia a Medu. E con i pasti della Caritas e dei residenti del quartieri che arrivano sul posto a portare cibo e medicine. 

Oggi, con una lettera aperta (QUI INTEGRALE) e dopo 37 giorni in strada, si rivolgono al Comune di Roma, al sindaco Marino e all'assessora alle Politiche Sociali, Francesca Danese, chiedendo un alloggio e una soluzione per il rinnovo del permesso di soggiorno. 

"L'11 maggio 2015, a noi residenti in via delle Messi D'Oro è capitata una cosa del tutto inaudita ed assurda: il Comune di Roma, con l'appoggio della Prefettura, ha demolito senza alcun preavviso le case che avevamo costruito con le nostre mani con tanto sacrificio, fatica e sudore. 

Totalmente abbandonati a noi stessi dallo Stato Italiano ci siamo auto-organizzati con la speranza che questa soluzione precaria fosse soltanto transitoria e favorisse la nostra reale inclusione socio-economica ed abitativa. 

Costretti a spostarci nel parcheggio antistante, le istituzioni ci hanno negato qualsiasi forma di aiuto, compreso quello per il soddisfacimento dei bisogni primari; hanno rifiutato persino di fornirci i bagni chimici! Il sostegno è arrivato solo dal quartiere, da privati cittadini, da associazioni e centri sociali.

"Umilmente chiediamo al Comune di Roma e al Governo italiano un trattamento umano e una soluzione abitativa autonoma" e "la soluzione dei problemi legati al rinnovo dei nostri permessi di soggiorno".

L'assessora Danese ha deciso di rispondere usando lo stesso mezzo di comunicazione scelto dai rifugiati. "Vogliamo far capire - spiegano da viale Manzoni - che un'alternativa è stata offerta, oltre al centro di accoglienza che legittimamente è stato da loro rifiutato". A breve la diffusione integrale della lettera. 

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