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Politica Flaminio / Via Guido Reni

Giovanna Melandri presidente del MaXXI: è ancora bufera

La neo nominata annuncia che lascerà il Parlamento per dedicarsi al nuovo incarico. Il Pdl al Senato interroga Ornaghi

Una nomina che non è passata inosservata. Dopo l'annuncio di Giovanna Melandri come presidente del Museo d'arte moderna di Roma continuano gli attacchi dal centrodestra contro la decisione del ministro Lorenzo Ornaghi. Intanto la deputata del Pd ribadisce la propria volontà di prendere l'incarico: "La scelta di Ornaghi, che mi lusinga e mi onora, è la scelta di un tecnico nei confronti di un altro tecnico perché quel museo l'ho istituito io quand'ero a capo del ministero dei Beni Culturali. Ornaghi ha fatto una scelta istituzionale chiamando la 'madre' del Maxxi".  Giovanna Melandri che ribadisce la sua determinazione ad accettare l'incarico con l'immediato avvio delle pratiche per l'addio al Parlamento, confermate da una telefonata al presidente della Camera Gianfranco Fini.

TENSIONE POLITICA - La polemica però non si ferma, anzi. Con il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri che chiede al ministro di ripensarci e ritirare la nomina e il senatore De Lillo che si affida ironico a metafore calcistiche ("E' come se Totti andasse alla Lazio"). Gli argomenti sono gli stessi del giorni della nomina: "scelta sbagliata sia politicamente sia professionalmente" dice Gasparri, "solo un salvataggio dalla rottamazione politica" gli fa eco De Lillo, per una polemica che sempre più sembra rientrare nella tensione politica di questi giorni.

MELANDRI DETERMINATA - Intervistata da Repubblica, la designata comunque fa sapere che a lasciar perdere e tirarsi indietro dal museo, come le hanno chiesto da da Pdl e Lega, ma  anche dalla sinistra di Sel e Idv, non ci pensa proprio. Anzi. L'ex ministro dei beni culturali ribadisce l'appuntamento per martedì, quando insieme con l'attuale ministro Ornaghi spiegherà alla stampa il suo progetto per l'internazionalizzazione del MaXXIi, appena uscito da cinque mesi di commissariamento. E per sottolineare la fermezza della decisione anticipa l'addio al suo scranno in Parlamento (al suo posto dovrebbe andare Giovanni Lorenzo Forcieri, attualmente alla presidenza dell'Attività portuale di La Spezia e se questi dovesse rinunciare il Pd potrebbe anche perdere il seggio che andrebbe all'ex margherita oggi Udc Egidio Banti) cosa che ribadisce al telefono a Fini.

ZAHA HADIS - Al MaXXI, dove dopo mesi di difficoltà si sperava in un pò di pace (causa crisi anche i visitatori sono in calo tanto che il 2012 si chiuderà con una flessione annunciata del 22%) arrivano intanto le felicitazioni di Zaha Hadid, "davvero felice" per l'arrivo della Melandri: "ha sostenuto con passione il progetto del Maxxi dall'inizio fino al suo completamento", ricorda l'archistar anglo irachena. Lei, che pure a maggio aveva difeso il presidente 'defenestrato' Pio Baldi, non ha dubbi, Giovanna Melandri "contribuirà attivamente al successo del Maxxi con entusiasmo, impegno e competenza". E poco dopo più o meno le stesse considerazioni arrivano degli architetti Sartogo che all'archivio di architettura del Maxxi hanno appena donato una parte della documentazione dei loro progetti.

SOSTENITORI DEL MAXXI - "Come Sostenitore del MaXXI, insieme ad altri sono stato consultato per indicare eventuali candidati per la Presidenza della Fondazione. Mi sono quindi reso conto della notevole difficoltà per trovare un candidato credibile, noto, attivo nel settore, nonché disponibile a questo incarico. La scelta di Giovanna Melandri soddisfa tutti questi requisiti e dissipa i passati timori di molti di noi Sostenitori" , fa sapere Massimo Sterpi, avvocato ed esperto del settore, Presidente del Comitato di Diritto dell'Arte dell'International Bar Association, sostenitore privato del MaXXI. Favorevole alla scelta anche il presidente del Macro Bartolomeo Pietromarchi: "Congratulazioni a Giovanna Melandri per il nuovo prestigioso incarico. Il MaXXI e il Macro - sottolinea Pietromarchi - sono le due realtà museali protagoniste della scena artistica contemporanea italiana e, proprio per questa ragione, mi auguro che ci saranno in futuro sempre maggiori occasioni di collaborazione tra le due istituzioni".  Ad applaudire la nomina voluta dal ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi sono i critici e curatori d'arte Achille Bonito Oliva e Danilo Eccher, che in una nota si dichiarano soddisfatti "per l'esito positivo del commissariamento del Museo" e sottolineano: "confermiamo la fiducia nell'operato del nuovo Presidente, già ideatore del Maxxi nella sua Funzione di Ministro, a cui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro".

NESSUN COMPENSO - Con il Pdl che accusa l'ormai quasi ex parlamentare Pd di mirare a compensi stratosferici, come quelli percepiti dal direttore della Tate Modern di Londra. Che fa, si chiede l'ex sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro, "chiede 300 mila sterline l'anno?" Dal ministero smentiscono, ricordano che per legge, già dal 2010, i presidenti e i componenti delle fondazioni culturali non possono percepire alcun compenso. "E' tutto molto chiaro, la mia indennità al Maxxi è zero", afferma la stessa Melandri, augurandosi che la nota del Ministero "chiuda definitivamente il 'caso misterioso'".

DETRATTORI - Continuano a parlare però i detrattori della scelta, che i bene informati raccontano sia stata presa già prima dell'estate, subito dopo l'avvio del commissariamento. L'ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni, ribadisce che non si è trattato di una scelta tecnica, il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato, Francesco Casoli afferma che "Giovanna Melandri farebbe bene a tacere ed il ministro Ornaghi a ritirare la nomina". Il deputato, sempre pdl Fabio Rampelli, parla di "atto che fuoriesce dalle competenze di un governo tecnico" e sottolinea che Melandri "non avrebbe dovuto accettare". Lo stesso ribadisce un altro esponente pdl, Francesco Giro. Il deputato pdl Marco Marsilio arriva addirittura a minacciare una mozione di sfiducia per Ornaghi se la Melandri, "entro martedi", non avrà rinunciato all'incarico o il ministro non ci avrà ripensato. Il Pd difende la sua parlamentare con le parole di Walter Verini e Jean Leonard Touadi (Pd). Ma le critiche a Ornaghi arrivano pure dal presidente dell'Udc Rocco Buttiglione: "Non è la politica che si deve occupare della gestione ma la pubblica amministrazione", ammonisce l'altro ex inquilino di via del Collegio Romano, "per questo ritengo sia inopportuno in questo momento nominare un parlamentare alla guida di una fondazione museale".

INTERROGAZIONE A ORNAGHI - Intanto il vicepresidente del gruppo Pdl al Senato Francesco Casoli spiega le prossime iniziative: "Presenterò un'interrogazione al ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi per fare chiarezza sulla nomina di Giovanna Melandri alla presidente del MaXXI". Casoli ribadisce inoltre che "come sostengono anche molti esponenti del Pd, tra cui Fassina, non esistevano ragioni significative per operare questa nomina. E non è vero come sostiene la Melandri che solo la politica critichi la sua nomina mentre il mondo dell'arte sarebbe entusiasta. La verità è che la sua designazione scontenta tutti ed in particolare chi fa davvero arte. Ad essere contenti saranno soltanto quelli che con l'arte fanno politica, cioé la politica dell'arte. Perciò a questi ed altri interrogativi il ministro Ornaghi dovrà dare una spiegazione, perché una scelta così sbagliata e lottizzatoria non può essere fatta passare come se nulla fosse accaduto".

SENZA PUDORE - Giovanna Melandri è proprio senza pudore ed ha una gran bella faccia tosta". Affermano i senatori del Pdl Achille Totaro ed Enzo Fasano. "Non solo beneficerà di una nomina politica, frutto di una selvaggia lottizzazione, ma addirittura si lancia in un'accusa tanto infamante quanto surreale di maccartismo. Siamo ben consapevoli che non sappia di cosa si tratti ed abbia usato questo termine soltanto perché fa tanto chic, ma continuiamo ad essere convinti che la nomina di presidente del Maxxi debba essere ritirata, ed il ministro Ornaghi dovrebbe fare un passo indietro. Non è accettabile che un governo tecnico si presti a giochini di bassa politica. Da Monti ed i suoi professori ci aspettiamo ben altro".
 

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