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Muratella, l'incendio riaccende le polemiche sul canile: "Noi abbandonati dal Comune"

Campidoglio grande assente secondo quanto denunciato dagli ex lavoratori che operano dal 1 maggio nel canile in autogestione. Nessun intervento ieri per salvare cani e gatti e nessun dialogo con le associazioni per il futuro degli animali

Dita puntate contro l'amministrazione comunale, rea di aver dimostrato, per l'ennesima volta, di non curarsi come dovrebbe del benessere degli animali. Accuse al vetriolo per il Campidoglio dagli occupanti del canile di Muratella, gli ex lavoratori di Avccp, dal 1 maggio in autogestione dopo anni di affidamenti diretti, proroghe, bracci di ferro con il governo di turno. L'occasione per tornare a rimarcare una scarsa attenzione da parte del Comune verso cani e gatti di Roma è arrivata con l'incendio di ieri. Un singolo episodio, da qualcuno interpretato come cartina al tornasole di un approccio deficitario su più fronti.  

Pericolose fiamme originate da sterpaglie lungo la Tenuta dei Massimi hanno lambito anche il canile. Fuoco e nuvole di fumo nero hanno tenuto impegnati i soccorsi per sette ore. Nessuno degli 800 animali presenti ha riportato ferite, ma a quanto denunciato non sarebbero stati salvati da un tempestivo intervento degli amministratori. "Il primo funzionario del dipartimento Ambiente è arrivato alle 21 per accertarsi dello stato del canile" racconta Giuseppe Villirillo, presidente di Avccp. Il rogo però era iniziato intorno alle 17. 

Lo stesso funzionario, insieme a vigili urbani e Protezione Civile, avrebbe abbandonato il campo dopo poco, "decidendo di non rimanere in presidio durante la notte, come invece era stato raccomandato dai vigili del Fuoco". "A prendersi carico di eseguire le istruzioni è uno degli ex lavoratori che si rende disponibile a trascorrere tutta la notte in canile per monitorare la situazione" denuncia ancora Villirillo. "Ecco dove è giunta la tutela del benessere degli animali nella città di Roma". 

A Muratella dal 1 maggio operano in autogestione i 100 lavoratori di Avccp, rimasti senza occupazione con la revoca dei permessi per la gestione della struttura. Anni di affidamenti diretti sono finiti sotto la lente dell'Anac. E in attesa dell'aggiudicazione del bando europeo (decorre dal 1 ottobre), degli animali presenti si sarebbe dovuta occupare (secondo quanto stabilito dal Dipartimento) l'associazione L'Impronta. Per Avccp i nuovi operatori non si sarebbero mai presentati, mentre c'è chi sostiene che siano stati respinti all'ingresso. Fatto sta che dal 1 maggio è partita l'autogestione. A badare a cani e gatti ci sono ancora gli ex lavoratori, che vanno avanti senza stipendio a collette e raccolte di cibo solidali. 

Uno stallo che permane anche con la nuova amministrazione a Cinque Stelle, limitatasi a una dichiarazione di intenti. "Dopo 15 anni metteremo a norma i canili - ha dichiarato appena insediata l'assessore Paola Muraro - devono essere internalizzati. Metterò un dirigente ad hoc in questo settore che non è stato mai gestito. Chiederemo un aiuto al ministero". Ancora è tutto fermo. E a rilanciare la polemica ci pensano anche i sindacati. 

Così la Cgil tramite comunicato stampa: "A Giunta ormai insediata da 50 giorni riteniamo che Roma Capitale debba tornare a prendersi in carico la struttura riconoscendo e ufficializzando la gestione dei lavoratori e garantendo a questi operatori, che hanno mostrato passione e dedizione per il loro lavoro, la continuità occupazionale". 

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