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Martedì, 16 Aprile 2024
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Quando per la trasparenza non basta un bando: "Il Planetario all'ex Dogana? Ce l'ha chiesto il Comune"

L'Ad di Mondomostre: "Non vi nego di essere stato sollecitato dall’amministrazione a fare questa o quell’altra cosa". L'audio esclusivo

Un bando lampo cucito su misura per l’affidamento in concessione del Planetario in cambio di permessi temporanei all’ex Dogana di San Lorenzo. Uno scambio di favori raccontato lo scorso novembre dallo stesso amministratore delegato di Mondomostre Skira, Tomaso Radaelli, gestore della ex dogana, durante un seminario pubblico alla facoltà di ingegneria de La Sapienza. A oltre un mese dalla pubblicazione della notizia nessuna smentita è ancora arrivata a Roma Today. In questo mese però tanto è successo, tanto si è parlato di bandi come modo, l'unico secondo i cinque stelle, per garantire trasparenza e legalità. In questo caso però, a sentire il racconto di Radaelli, le cose non sembrerebbero essere proprio così lineari, sebbene - va detto per sgomberare ogni dubbio - tutto assolutamente legale.

I dubbi sul Planetario del Comune: quante ombre sull'Ex Dogana

“Perché c’è un planetario lì dentro? Perché ce l’ha chiesto espressamente il Comune”, spiega Tomaso Radaelli, AD di Mondomostre Skira, che dal febbraio 2017 gestisce, insieme ai “ragazzi” della Dead Poets Society, lo spazio di 23mila metri quadri della ex dogana di San Lorenzo, proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. “Non è che ospitereste un Planetario?’” continua Radaelli. “Il loro ‘ospitereste’ significa lo prendete, lo pagate, lo installate ve lo gestite. In buona sostanza era quella la storia. E Roma Planetario con il simbolo del Comune? Tutto pagato da noi, interamente.“ 

Un’operazione sconveniente dal punto di vista economico: Mondomostre Skira sostiene spese per un totale di 890 mila euro e il rischio d’impresa, per la realizzazione temporanea di 18 mesi di un Planetario all’ex dogana. Il contratto di affidamento prevede la destinazione al Comune del 20% degli utili a copertura dell’investimento. 

“Perché fare questo?” spiega Radaelli “(...) Bisogna che ci siano sempre delle bilateralità nel dialogo, altrimenti se tu chiedi soltanto permessi a un certo punto vai avanti a schiaffi. E se non hai maniera di restituire... restituire significa tante piccole cose, non vi nego di essere stato sollecitato dall’amministrazione a fare questa o quell’altra cosa.” Insomma bisogna dare per ricevere. 

L'Ex Dogana di San Lorenzo va avanti da tre anni grazie al rilascio di permessi temporanei da parte del Dipartimento Cultura di Roma. Poco importa se la durata massima prevista dalle autorizzazioni temporanee è di 150 giorni complessivi nell’arco di un anno, 90 giorni consecutivi, con un periodo di pausa obbligatorio di 2 mesi prima dei restanti 60 giorni di attività. Lo spazio non ha infatti i requisiti per ottenere una licenza permanente di pubblico spettacolo. Una situazione, quella della ex dogana, che di legale ha ben poco. 

Un favore, “un escamotage”, ammette Radaelli, reso possibile grazie a delle "bilateralità" con il Comune: il Planetario in cambio dei permessi temporanei. Ecco dunque il “bando-lampo” di Zètema, a cui Mondomostre Skira è l’unico soggetto a partecipare, con diritto di prelazione. [QUI TUTTI I DETTAGLI]

La legalità insomma ha un prezzo. Come suggerisce Radaelli raccontando che “l’esperienza della Dogana mi porta a dire che è abbastanza complesso mettere insieme tutto quello che è necessario per fare un lavoro del genere, nel senso che ci vogliono delle spalle economiche piuttosto solide, altrimenti si va a sbattere a raso sul tema della cassa, per fare certe cose devi essere ricco di famiglia tra virgolette, altrimenti non riesci a pagare i primi investimenti necessari, ad esempio ad avere i permessi per operare, per fare un certo tipo di attività tu devi avere certe misure di sicurezza, certe cose senza le quali sei illegale e se succede qualcosa è veramente un guaio.”

Titolo dell’intervento di Tomaso Radaelli, di cui pubblichiamo l’audio, “La reinvenzione della regola e dello spazio. Il caso dell’ex dogana”. Di vera e propria reinvenzione della regola si tratta.

Di seguito l'audio dell'intervento di Radaelli.

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