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Accessi limitati nelle pinete e più telecamere: servono 3,2 milioni per prevenire gli incendi nel litorale

Negli ultimi anni l'area della Riserva Naturale Statale Litorale Romano, da Castel Fusano a Coccia di Morto, è stata scenario di numerosi incendi

Oltre 3,2 milioni di euro per i prossimi quattro anni. Questa la cifra che servirebbe per permettere una "corretta prevenzione" degli incendi boschivi nell'area che va da Ostia a Fregene, quella del Riserva Naturale Statale Litorale Romano. E' quanto si legge nel piano antincendi, valido dal 2018 al 2022, e adottato dal Comune di Roma che, con una delibera, ha dato autorizzazione a trasmettere il programma al Ministero dell'Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare.

La Riserva Naturale, che occupa un'area di 16.327 ettari, è un'area protetta e riguarda ambienti naturali di Roma e Fiumicino che ne condividono la gestione. Tra le aree che ne fanno parte l'oasi di Castel di Guido, la pineta di Coccia di Morto, la tenuta di Procoio, quella di Maccarese, le dune di Capocotta e anche le pinete di Castel Fusano e Acque Rosse, oltre le aree archeologiche di Ostia Antica e dei porti imperiali di Claudio e di Traiano, giusto per citare alcuni luoghi.  

Gli obiettivi del piano antincendi boschivi

L'individuazione degli obiettivi prioritari da difendere rappresenta il primo punto della strategia di lotta contro gli incendi boschivi. Per questo motivo la definizione degli stessi consente di fissare una scala di priorità di supporto all'attività decisionale nella fase dell'attivazione dell'intervento di contrasto ai roghi. 

Secondo il piano, ecco che diventano quindi determinanti le azioni di previsione (studi dei territori), le attività di prevenzione (interventi selvicolturali, piste forestali, punti d'acqua, etc.), i sistemi di avvistamento, acquisto e manutenzione dei macchinari, attività formativa e informativa, sorveglianza antincendi e interventi di recupero ambientale.   

Il clima della Riserva Naturale, si legge, "esclude quasi totalmente la possibilità di autocombustione, dato che il massimo della temperatura raggiungibile dalla sostanza organica in decomposizione nei boschi è inferiore a quella di combustione". Da ciò ne consegue che "l'alta percentuale di incendi boschivi sia dovuta a cause di natura dolosa, sia volontarie che involontarie" come la non curanza dei fuochi usati durante i pic‐nic nei boschi, che molto spesso vengono lasciati accesi o spenti male dopo il loro utilizzo. 

Incendi nelle pinete: i danni a Ostia e Fiumicino

Negli ultimi 18 anni le aree verdi della Riserva del Litorale sono state massacrate dagli incendi. Roghi violenti che hanno provocato una regressione dal punto di vista ecologico e compromesso la fauna circostante. Castel Fusano, scenario di una serie di episodi incendiari, nel 2000 fu devastata da un grosso rogo di cui ancora ci sono le ferite con una grande riduzione delle chiome degli arbusti.

I 197 ettari bruciati nel 2017, necessitano ancora degli interventi di taglio "di succisione o tramarratura sulle ceppaie sia arbustive che arboree delle latifoglie percorse dal fuoco", e di "ripristino della densità arborea per ricostituire le condizioni per lo sviluppo del bosco anche attraverso l'utilizzo del pino domestico come specie pioniera a rapido accrescimento".

Anche la pineta di Coccia di Morto, andata a fuoco nel 2015 e nel 2017, versa in condizioni simili. Lì servono ancora interventi di "ripristino della densità arborea per ricostituire le condizioni per lo sviluppo del bosco sotto copertura rispetto al pino domestico, diradamento di bassa entità sul pino domestico e di utilizzo di specie autoctone sotto copertura e rimozione graduale dei pini secchi per non scoprire eccessivamente il suolo".

Recinzioni e regolamentazione degli accessi

Ecco che, i danni causati dagli incendi, impongono quindi una riflessione sull'opera di giusta prevenzione. Nel piano 2018-2022 si parla di recinzioni e, soprattutto, di come potrebbero essere regolamentati gli accessi alle varie aree della riserva. A Castel Fusano, secondo il documento, c'è la necessità di "realizzare e ripristinare le recinzioni lungo il perimetro regolamentato con sbarra o cancello in corrispondenza dei viali tagliafuoco principali". La tipologia prevista è quella di "pali di legno e rete metallica" e "uno o due ordini di filo spinato". 

Le sbarre metalliche andrebbero chiuse con lucchetto, limitandolo solo a personale autorizzato. Lungo la recinzione sarebbe poi "opportuno segnalare con cartelli i confini della riserva, gli idranti ed i relativi accessi, oltre alle aree di sosta attrezzate". Per quanto riguarda la zona delle Acque Rosse si prevede la "chiusura dell'intera area, dall'accesso verso il Cineland di Ostia lungo via Ostiense e poi via dell'Acqua Rossa", poi ancora lungo il "canale e a chiudere verso il depuratore". 

A Fiumicino fari puntati su Villa Guglielmi "essendo un grande parco pubblico", la pineta di Fregene e le altre aree private quali Riserva di Coccia di Morto e Oasi di Macchia Grande a Maccarese che risultano recintate ma necessitano tutte di rafforzamenti. 

Piazzole d'atterraggio per elicottero 

In caso di incendio fondamentale per i soccorsi da terra, è l'aiuto dall'alto di Canadair e di elicotteri che fanno spesso base in piazzole collocate in punti strategici. La piazzola ha lo scopo di ottimizzare il coordinamento e ridurre i tempi di spostamento nel caso in cui l'elicottero necessiti di atterrare. Diventa dunque fondamentale per agevolarne l'attività e abbattere i costi di utilizzo. Attualmente ce n'è una presso la Centrale Operativa di Emergenza di Casale Pantano, in adiacenza alla centrale di via Martin Pescatore

E' dotata anche di vasca antincendio. Grazie ad un adeguato finanziamento, nel piano antincendio si prevede lo spostamento di piazzola e vasca nella migliore posizione di via Cristoforo Colombo angolo via del Circuito. Il comune di Fiumicino, invece, si è dotato di una piazzola di atterraggio dell'elicottero presso il lungomare di Ponente a Fregene. Si prevede la realizzazione in futuro, non appena il comune riprenderà la disponibilità dell'area dell'ex radar presso l'area di Coccia di Morto di una nuova piazzola per elicottero.

La sala monitor: più telecamere di sorveglianza

Il sistema di rilevamento dell'antincendio boschivo c'è ma è debole. Nella Tenuta presidenziale di Castelporziano, limitrofa alla Riserva, il sistema è costituito da 4 telecamere posizionate in maniera tale da coprire l'intera superficie d'interesse. La loro installazione è avvenuta su altrettanti tralicci con altezze variabili da 10 a 30 metri. Ma la questione che ha tenuto banco in questi mesi è stata quella relativa a Castel Fusano.

Ad oggi il sistema dispone di 2 telecamere: la prima posizionata sulla Torre Tumuleti, la seconda sulla torre del Castello di Giulio II ad Ostia Antica che serve al controllo anche della pineta dell'Acque Rosse. Nella Sala Monitor centrale, rinnovata di recente (qui l'articolo) è stata installata la postazione di comando con monitor ad alta definizione.

Tramite un adeguato finanziamento, tuttavia, si pensa di "collegare il sistema di avvistamento comunale con quello presente nella Tenuta del Presidente della Repubblica di Castelporziano, dotato di una sala operativa attiva nelle 24 ore". Un sistema "debitamente strutturato in base ad opportuni parametri di sicurezza" consentirebbe di individuare con rapidità e precisione l'esatto punto del focolaio. 

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VIDEO | Castel Fusano: un anno dopo gli incendi

Ma c'è di più. Con un altro finanziamento "sarebbe inoltre di grande utilità installare una terza telecamera su un traliccio da situare lungo la via Litoranea, all'ex Dazio", si legge nel piano. Le quarta telecamera, sempre "previo adeguato finanziamento e puntuale convenzione con il Dipartimento Sviluppo Economico – Agricoltura del comune di Roma", sarebbe opportuno installarla in località Castel di Guido, sopra la torre del serbatoio idrico. 

Fiumicino, invece, non dispone attualmente di sistemi di avvistamento antincendio pubblici. "Sarebbe opportuno implementare il sistema con l'installazione di una telecamera dotata di funzione ottica e rilevazione termica, con ripetitore per coprire la parte nord della Riserva del Litorale tra Ostia e Fregene‐Maccarese". 

Idranti e colonnine antincendio: approvvigionamento idrico

Elicotteri e telecamere, però, non bastano. Per gli interventi a terra è necessario avere anche un buon 'punto acqua' ossia una fonte di approvvigionamento idrica. All'interno dell'area di competenza del Comune di Roma sono presenti 14 prese d'acqua in caso d'incendio, uniformemente distribuite all'interno della superficie di competenza. Però sono, complessivamente, risultate insufficienti e per questo si è prevista l'installazione di 29 colonnine antincendio, ossia gli idranti. 

Nel comune di Fiumicino, all'interno dell'area di Fregene, è presente un idrante funzionante lungo via Porto Azzurro nei pressi della pineta. Non ritenendo tale idrante sufficiente a garantire un approvvigionamento idrico adeguato, si è prevista l'installazione di 15 idranti e 2 vasche antincendio di accumulo interrate della capacità di 100.000 litri l'una, lungo via della Pineta di Fregene angolo via Portovenere.

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