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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Piazza Indipendenza, dai rifugiati appello alla Raggi: "Si occupi di noi"

Il Comune intanto si difende dalle accuse del Prefetto

Il giorno dopo i fatti di piazza Indipendenza è il tempo degli appelli, delle ricostruzioni e delle testimonianze. Così questa mattina i rifugiati, insieme ad alcune associazioni, si sono presentati in conferenza stampa per raccontare quanto accaduto ieri e per appellarsi al Governo e al Comune. Campidoglio che, dal canto suo, ha risposto al Prefetto Laura Basilone, di fatto autoscagionandosi rispetto alle proprie mancanze. 

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L'appello dei rifugiati: "Raggi e il Governo si occupino di noi"

E' via Goito, all'esterno della sede del II municipio, il luogo scelto da rifugiati e associazioni di volontariato per incontrare la stampa: "Siamo disperati. Noi abbiamo i nostri diritti. Speriamo il Governo italiano, e il comune di Roma si occupino del nostro problema". I rifugiati hanno mostrato foto della piazza durante lo sgombero di ieri mattina, e parlando alla stampa attraverso un megafono hanno raccontato la loro versione dei fatti: "Quando ci hanno portato a fare l'identificazione, ci hanno trattato come fossimo in galera: niente informazioni, niente bagno" racconta un rifugiato eritreo da 10 anni in Italia. 

"Dov'era la sindaca Raggi?"

"Ci hanno lasciato 5 giorni in strada, senza bagagli, senza bagno, senza niente" dice un suo amico riferendosi alle ore precedenti allo sgombero di ieri mattina. Dure le prese di posizione nei confronti della sindaca Raggi, "Dov'era la sindaca ieri? Era ad Amatrice? Per carità, con tutto il rispetto per quello che è accaduto lì, ma noi siamo dentro il Comune di Roma e ci siamo da tempo" dice una giovane eritrea, da 20 anni Italia. E ancora: "Noi non vogliamo vivere così, vogliamo una vita normale, abbiamo bambini, anziani. Ma non abbiamo altra scelta", dice una donna con il figlio che mostra il suo braccio ai fotografi e denuncia: "La polizia mi ha picchiato. Ci hanno lasciato 5 giorni in piazza prima dello sgombero di ieri, senza mangiare. Possibile che in questo Paese non ci sia rispetto per i bambini?". 

Quindi l'appello al Papa, "perchè si occupi di noi. Lui che è il Papa del mondo". 

Roma non sa accogliere, così piazza Indipendenza ha svelato l'incapacità della Capitale

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L'accordo tra il Comune e la società che gestisce il palazzo

La domanda resta sempre la stessa, ovvero quella sull'accoglienza prossima degli sgomberati. Questa mattina è stato intanto ratificato l'accordo discusso tre giorni fa tra il Comune e la Se.A. (Servizi avanzati), che ha in affitto l’immobile di via Curtatone. La società ospiterà circa 40 migranti in sei villette vicino a Rieti. Si tratta di donne, bambini, anziani e malati. Nel Comitato provinciale tenutosi il 22 agosto si era stabilito un numero più elevato, tra 70 e 80, ma poi i posti disponibili si sono dimezzati. 

Il Comune replica al Prefetto
 

Intanto il Comune, attaccato in maniera diretta dal Prefetto Laura Basilone, si difende dalle accuse. A farlo è il delegato alla Sicurezza di Roma Capitale, Marco Cardilli. La prima accusa che si prova a smontare è quella del preavviso sullo sgombero. "Noi abbiamo appreso dello sgombero venerdì 18 agosto". Il delegato alla sicurezza spiega quindi che "nei mesi precedenti, tramite gli operatori della Sala Operativa Sociale (SOS), abbiamo tentato più volte di effettuare il censimento delle persone presenti nell’immobile, ma non era stato possibile a causa dell’opposizione degli occupanti. Un impedimento che era stato segnalato alla Prefettura. Successivamente la stessa Prefettura ci ha consegnato un censimento che non segnalava, ad esempio, la presenza di minorenni tra gli occupanti. Al momento dello sgombero erano, invece, presenti 37 minorenni".

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Un censimento, a detta del Comune, parziale e soprattutto mancante delle cosiddette fragilità: "Soltanto in seguito allo sgombero - spiega - gli operatori della SOS hanno potuto effettuare il censimento completo delle fragilità presenti nell’immobile. A tutti è stata garantita prima assistenza ed è stata formulata una proposta per l’inserimento nel circuito di accoglienza di Roma Capitale. Tuttavia, molti hanno rifiutato l’offerta. L’amministrazione capitolina, sia prima dello sgombero che in seguito alle operazioni, ha svolto pienamente le proprie funzioni senza lasciare nulla di intentato".

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