rotate-mobile
Politica

Emergenza abitativa, il Campidoglio è pronto a nuovi sgomberi

Nell'elenco delle priorità ci sono sei immobili

Sul tavolo dell'assessora alla Casa, Rosalba Castiglione, convocato per provare a tracciare con sindacati, movimenti e costruttori possibili strade per uscire dalla piaga del disagio abitativo della capitale non se ne è parlato. Eppure, ormai da quasi un mese, il Campidoglio è tornato a spingere sull'acceleratore del piano sgomberi. Sulla scrivania della sindaca Virginia Raggi è pronta una mini-lista di 6 immobili da cui partire, su un totale di circa 64 palazzi occupati a scopo abitativo. 

L'elenco è stato approvato nel corso dell'ultima seduta del Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza del 28 marzo scorso, che segue quello del 22 gennaio durante il quale la Prefettura e la Città metropolitana di Roma Capitale hanno stilato un 'Protocollo operativo' per il censimento degli occupanti abusivi. Il documento è stato reso noto oggi dalle associazioni AlterEgo e A buon diritto che, dopo lo sgombero senza alternative avvenuto lo scorso 21 marzo dello stabile di via Vannina 78, dove vivevano circa 200 migranti, hanno deciso di effettuare un accesso agli atti.

Nell'elenco, al fianco di occupazioni storiche della capitale come via Carlo Felice 69 a San Giovanni o le scuole occupate di via Cardinal Capranica 37 a Primavalle e via dell'Impruneta 51 a Magliana, viene infilata anche via Tiburtina 1040 a San Basilio, meglio conosciuta come l'Ex fabbrica della penicillina. Dentro questa enorme struttura si è sviluppata negli ultimi anni una vera e propria favelas spontanea, cresciuta ulteriormente in seguito agli ultimi sgomberi senza alternative, dove attualmente vivono 600 persone. Poste sotto attenzione, ma non ancora inserite nell'elenco delle priorità, anche la situazione di via Raffaele Costi e di via Collatina 385, conosciuto come il Salaam Palace. 

Il piano per avviare i censimenti propedeutici agli sgomberi è partito. Lo scorso 17 aprile il gabinetto della sindaca Virginia Raggi ha comunicato l'elenco ai municipi, al comandante della Polizia Locale, e ai dipartimenti Politiche Abitative e Sociali. Si sta procedendo per step. Prima una verifica con i servizi sociali e all'anagrafe dei municipi, anche se l'ostacolo, in questo caso, è l'articolo 5 del 'Piano casa' dell'ex ministro dei governi Letta e Renzi, Maurizio Lupi, che dal 2014 impedisce a quanti vivono in immobili occupati di prendere la residenza, accesso ai servizi connesso. Poi, con l'affissione di comunicazioni negli androni (ammesso che l'ex fabbrica della Penicillina ne abbia uno) dei palazzi intaressati per informare i residenti. 

Operazioni di questo tipo, fino ad oggi, sono state molto problematiche. Gli occupanti, consapevoli che non c'è una soluzione alloggiativa alternativa ad attenderli ma, nella migliore delle ipotesi, percorsi assistenziali come centri di accoglienza, riservati prevalentemente a donne e bambini senza padri, anziani e disabili, si rifiutano di farsi censire.

"Bisogna evidenziare come, nella prassi che si è consolidata in questi mesi, la categoria delle 'fragilità', cui non corrisponde un preciso riferimento normativo nazionale, si è rivelata escludente e inefficace" commenta AlterEgo. Per l'associazione risulta evidente che tutti gli occupanti si trovino "in una condizione di estrema vulnerabilità e precarietà". Inoltre, "in questi mesi abbiamo avuto modo di constatare come le soluzioni alloggiative alternative offerte a quelle poche persone ritenute 'fragili' siano state sempre dei meri centri istituzionali di accoglienza, per un tempo peraltro limitato a 6 mesi". 

I censimenti rappresentano un "fattore di criticità" ben conosciuto da Prefettura e Campidoglio, tanto che nel Protocollo del 22 gennaio scorso si è cercato di correre ai ripari prevedendo, di fronte ad un rifiuto, di affiggere un avviso pubblico per "rendere edotti" gli occupanti "del rischio del perdurare della permanenza che può derivare sia per la loro incolumità sia per quella dei minori a carico, richiamando anche le conseguenti responsabilità genitoriali". 

Un passaggio complicato, quello del censimento "delle criticità", reso praticamente obbligatorio dalla circolare del Viminale del 1 settembre 2017 scattata dopo gli sgomberi senza alternativa di agosto. Una circolare che, dietro al principio 'basta sgomberi senza alternative', con il censimento degli immobili inutilizzati previsto rimasto lettera morta, ha di fatto bloccato gli sgomberi in città. Nonostante qualche eccezione come, appunto, via di Vannina.

Un nodo fino ad oggi insuperabile per la sindaca Virginia Raggi. In attesa che si concretizzi il governo tra la Lega Nord di Matteo Salvini e il Movimento cinque stelle di Luigi Di Maio che un anno fa, di fronte alle immagini degli idranti sparati contro i migranti in piazza Indipendenza difese a spada tratta la prima cittadina. "Si deve occupare dei romani prima che dei migranti" il suo commento.  

I movimenti per il diritto all'abitare sono già in mobilitazione. Oggi pomeriggio, nell'occupazione di via Tiburtina 1099, a poche centinaia di metri dall'ex fabbrica della penicillina inserita nell'elenco degli sgomberi, hanno indetto un'assemblea. Obiettivo: "Costruiamo una mobilitazione cittadina che sia in grado di far cambiare passo all’amministrazione". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Emergenza abitativa, il Campidoglio è pronto a nuovi sgomberi

RomaToday è in caricamento