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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Piano rom, al via ufficio di scopo per monitorare la chiusura dei campi

Resterà in piedi fino al 31 dicembre 2018 e avrà il compito di coordinare le varie azioni previste nel piano di superamento dei campi. Baldassarre: "Guardiamo al modello Madrid"

Garantire il coordinamento strategico e attuativo delle misure previste nel "Piano di indirizzo di Roma Capitale per l’inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti". E’ l’obiettivo dell’ufficio di scopo istituito, fino al 31 dicembre 2018, da un’ordinanza firmata dalla sindaca Virginia Raggi. "La struttura si occuperà di effettuare il monitoraggio valutativo degli interventi contenuti nel Piano e assicurerà il raccordo operativo con gli uffici di competenza, sia a livello centrale che municipale" si legge in una nota stampa.

"L’ufficio elaborerà analisi e report finalizzatati a misurare, tramite appositi indicatori, l’andamento operativo del Piano. Per raggiungere gli obiettivi stabiliti si avvarrà delle risorse logistiche, strumentali, organizzative e umane già previste per analoghe attività presso il Dipartimento Servizio Sociali, Sussidiarietà e Salute. La direzione ad interim dell’ufficio sarà quindi affidata alla direttrice del Dipartimento, Michela Micheli".

Il piano per superare i campi 

Un piano quello di chiusura dei campi rom già finito in un fuoco incrociato di polemiche. Approvato con una delibera di giunta a maggio e presentato in conferenza stampa dalla sindaca Raggi e dall'assessore Baldassarre, è stato giudicato fumoso e privo di un'exit strategy concreta per la fuoriuscita dai villaggi dalle associazioni per i diritti rom, un insieme di vuoti proclami dall'opposizione di centrosinistra, un "regalo" ai rom dalle forze di centrodestra (con riferimento agli aiuti previsti sul piano abitativo e occupazionale). Sulla carta, lo ricordiamo, prevede la chiusura entro due anni dei due insediamenti Monachina e La Barbuta ed entro tre mesi del Camping River sulla via Tiberina. Per realizzare queste prime chiusure verranno utilizzati i 3,8 milioni di euro di fondi europei. 

"Il nostro modello è Madrid"

Questa mattina un'ulteriore discussione del progetto in commissione Politiche Sociali. Presente l'assessore Baldassarre che ne ha rivendicato la bontà sottolineando il "radicale cambio di paradigma". "Vogliamo mettere fine agli insediamenti nati su base etnica e a ogni genere di intermediazione. Ci rivolgiamo direttamente alle famiglie affinchè chi è in possesso dei requisiti possa accedere alle prestazioni esistenti. Non dovranno più esistere ghetti destinatari di politiche speciali, per questo avviamo un percorso che affermi il rispetto della legalità coniugato a misure di inclusione". Un modello a cui guardare? "Abbiamo mutuato le migliori prassi europee, per esempio le misure di accompagnamento alla fuoriuscita già adottate dalla Comunità autonoma di Madrid. Il disagio economico dovrà essere certificato da un'oculata analisi patrimoniale, famiglia per famiglia, caso per caso". 

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