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Habemus Prip: è la fine di Cartellopoli, ma resta scorciatoia per i "virtuosi"

Meno cartelloni, più soldi per il Campidoglio e più servizi per i cittadini. L'Aula Giulio Cesare approva il Piano per regolamentare le affissioni pubblicitarie. Alle aziende "virtuose" la priorità nel bando sui cartelloni del Campidoglio

Meglio tardi che mai. Dopo vent'anni di attesa anche la Capitale ha un regolamento per le affissioni pubblicitarie e un suo piano regolatore che dovrebbe mettere fine al mare magnum dei 'cartellonari'. Atteso dai primi anni novanta, il Prip è stato approvato ieri dall'Assemblea capitolina con 31 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti. 

RITORNO AL DECORO - "Finalmente da oggi possiamo chiudere una vergognosa parentesi per la Capitale d’Italia". Esulta il sindaco Marino, per una "giornata speciale" che restituirà "decoro urbano" alla città, "un'adeguata rendita economica" alle casse del Campidoglio, e "maggiori servizi" ai cittadini. Vediamo le novità introdotto dalla delibera che, lo ricordiamo, rientra tra le propedeutiche al bilancio 2014. E partiamo dai numeri. 

MENO CARTELLONI, E PIU' PICCOLI - Le modifiche relative alle dimensioni degli impianti e i vincoli sulle aree tutelate hanno comportato una riduzione del 38 per cento della superficie totale occupata dalle affissioni: dai 232mila a 138mila mq di esposizione pubblicitaria massima (ai quali vanno aggiunti altri 9.000 mq di paline e pensiline pubblicitarie dell'Atac). Non solo riduzione del numero di cartelloni ma anche della loro dimensione, che da un massimo di 4x3 scende a 3x2. 

DOVE SI PUO' - Il territorio è stato poi suddiviso in due zone: A e B. La zona A, di 83.700 ettari, comprende le aree incompatibili con l'installazione di impianti pubblicitari. La zona B, di 45mila ettari, comprende le aree in cui l'installazione di impianti è ammessa secondo specifiche disposizioni. Questa è ulteriormente suddivisa in 3 sottozone: B1, B2, B3. La sottozona B1 di 815 ettari del centro storico interno alle mura; la sottozona B2 di 2.780 ettari delle aree interne all'anello ferroviario + Eur; la sottozona B3 di 41.360 ettari (distribuzione omogenea degli impianti tra aree interne ed esterne al Gra).

SPAZI PER LE AZIENDE "VIRTUOSE" - Tra gli spazi pubblicitari in diminuzione il 17,5% riguarda quelli di proprietà del Campidoglio, contrassegnati con la dicitura Spqr, che da circa 35.000 mq scenderanno a meno di 25.000. Premesso che l'accesso alle concessioni per il 100% degli impianti pubblicitari della città verrà regolato tramite bando, per questa categoria specifica verrà redatta una gara a parte, nella quale verrà stabilito un sistema di punteggi in cui verranno premiati i piccoli operatori "virtuosi", ovvero le aziende i cui cartelloni nel tempo sono sempre risultati regolari. 

LE POLEMICHE - Il punto ha sollevato diverse polemiche nei giorni scorsi, sull'onda dell'emendamento "blitz" della stessa maggioranza, che ha congelato in corsa gli aumenti di suolo pubblico previsti dalla Giunta per i camion bar. Le associazioni, vedi Bastacartelloni, Vas, Cartellopoli, hanno subodorato la possibilità di una manovra simile anche per il piano affissioni: un super emendamento per sottrarre una percentuale di spazio pubblicitario al bando, e "regalarlo" a qualcuno. Da qui l'allarme: che il Prip uscito dalla giunta non subisca modifiche in Aula. E così è stato, più o meno. 

Tra un centro destra di Alemanno che ha chiesto di tenere fuori gara il 50% degli impianti, e la lista Civica Marino che proponeva un 15%, si è giunti al compromesso: a nessun'azienda verranno rilasciate concessioni senza partecipazione a un bando. Ma (c'è un ma), gli operatori "virtuosi" avranno una sorta di corsia preferenziale per i cartelloni del Comune. Un accordo che non piace a tutti.  

Il comitato Carte In Regola ha chiesto fin da subito "nessuna eccezione per nessuno". "Tutto deve essere messo a bando, anche tutti gli impianti del Comune - hanno scritto in una nota stampa uscita a votazione ancora in corso - ma nello sciagurato caso che prevalga il compromesso (cosa che poi è avvenuta, ndr) che sia almeno data la garanzia giuridica e tecnica che l'introduzione di quote da non sottoporre a bando non metta a rischio la legalità dell’intero piano".

Lapidario il consigliere Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio. "Bene le regole per la vergognosa giungla dei cartelloni. Male però l'accordo sottobanco che garantirà 25mila metri quadri ai soliti amici degli amici penalizzando così il mercato e la concorrenza". 

Soddisfatta tutto sommato l'associazione Bastacartelloni che, pur riconoscendo nell'accordo "l'aspetto più deteriore della riforma", nient'altro che "un regalo ad Alemanno e Bordoni che possono prendersi i meriti con le lobby", accetta di pagare "il prezzo che ha consentito il ritiro dei duemila emendamenti del centro-destra che non avrebbero permesso di approvare un bel niente". E invece il documento approvato, per quanto "non perfetto, frutto di mediazioni e compromessi", è la premessa "per ridare decoro alle nostre strade e offrire servizi indispensabili, come il bike sharing". 

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