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Piano pullman, operatori bloccano il traffico. E l'assessore ammette: "Tariffe eccessive"

Sit in delle associazioni di categoria in piazza Madonna di Loreto contro l'ipotesi rincaro dei permessi. Meloni: "Prezzi stabiliti da Meleo sono troppo alti"

Bandiere, striscioni e trombette da stadio tra piazza Venezia e i Fori Imperiali costringono bus e taxi a deviare. Sono in trecento i lavoratori del sit in organizzato da Emet bus e Sul Ct, con l'adesione di Confesercenti e Fiavet Lazio. Protestano contro le tariffe monstre ipotizzate dal Campidoglio nel nuovo piano pullman. Fortemente voluto dall'assessore alla mobilità Linda Meleo per contingentare al massimo l'invasione dei torpedoni nel centro città, il regolamento (una bozza ancora da votare) parla di rincari del 1700 per cento. Permessi per entrare nell'anello ferroviario di Roma che arriverebbero a toccare i 36mila euro per un carnet di 300 ingressi, contro gli abbonamenti annuali vigenti a 3mila euro. Quattordici volte di più. 

"Stop alle tasse senza servizi" è il messaggio lanciato al presidio. Tradotto: se di aumenti dei tickets dobbiamo parlare, e comunque in misura inferiore a quelli proposti dagli amministratori comunali, si faccia in modo di efficientare l'intera filiera. "Servono parcheggi di scambio, telecamere per il controllo delle soste spesso occupate dalle auto di privati, bagni pubblici per i turisti nelle aree di sosta" spiega a RomaToday il segretario di Emet bus, Andrea Genovese. "E' una tassa? E allora deve corrispondere a un servizio che al momento non abbiamo". I manifestanti chiedono da settimane un tavolo di incontro, confronto e trattativa per modificare la bozza di delibera, prorogando fino al 2019 il regolamento vigente. In estate hanno ottenuto un primo appoggio dell'assessore al Turismo Adriano Meloni, disponibile (almeno a parole) a rivedere a ribasso le tariffe.

D'altronde lo ha ammesso anche nella giornata di ieri con una dichiarazione a margine all'aeroporto di Fiumicino: "L'aumento previsto a luglio dall'assessore Meleo forse è eccessivo, e per questo stiamo lavorando con lei per fare degli aumenti di tariffa concordati insieme". Certo, l'intenzione resta quella di "limitare gli accessi dei bus turistici, soprattutto quelli che favoriscono il turismo mordi e fuggi. Oggi le tariffe annuali di accesso sono ridicole: 6 euro al giorno per 2.000 in totale. Quindi riteniamo corretto fare degli aumenti abbastanza cospicui". Ma non del 1700 per cento. Sul punto le sigle sindacali non ammetteranno passi indietro. "Sono cifre assurde - commenta Maurizio Lo Presti di Asiarca Tour Italia e Alfa Tour - manderebbero sul lastrico le ditte con pesanti danni sull'intera filiera turistica. Senza contare che siamo già in forte difficoltà. Cosa comunichiamo alle fiere internazionale dove ci ritroviamo a promuovere la città? Venite a Roma sì ma a che prezzo?"

Preoccupate del destino di operatori e autisti anche le circa 4mila guide turistiche iscritte all'albo che lavorano nella Capitale, soprattutto con i gruppi organizzati. "Il turismo di questo genere non può prescindere dall'utilizzo dei bus perché la stragrande maggioranza di persone che viaggia in gruppo è anziana" spiega Francesca Duimich, di Confesercenti-Federagit. "La mobilità turistica senza bus è stata già sperimentata per l'anno 2000, l'anno del Giubileo e per i tre anni successivi. Un disastro. Furono istituite le linee chiamate "J bus" che funzionavano come linee Atac. Nel 2003 furono abolite perché avevano provocato enormi disagi per i visitatori e serie proteste da parte degli operatori turistici internazionali".  

Intanto per il 22 settembre i sindacati sono stati convocati dall'assessore Meleo, presso il dipartimento Mobilità di via Capitan Bavastro. Tra i partecipanti, a far da mediatore, anche il collega Meloni. Un primo segnale che sembra pagare proteste e denunce. "Chiederemo un tavolo di trattative - ribadiscono i manifestanti - devono ascoltarci, il turismo è l'industria di Roma". 

Protesta contro il piano pullman

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