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Raggi e il piano freddo: "Facciamo il possibile". Nulla è cambiato rispetto agli ultimi anni

La sindaca, a poche ore dalla morte della clochard di Tor Marancia, elenca tutte le misure messe in campo. Ma la macchina va avanti grazie al mondo dell'associazionismo. Al Comune manca (da anni) un'adeguata programmazione

Il piano freddo avviato e potenziato, le stazioni metro aperte di notte, 50 posti che si sono aggiunti all'ultimo. Di fronte al corpo assiderato della clochard morta a Tor Marancia, il Campidoglio, espressa vicinanza e cordoglio, ha ribadito di aver fatto il possibile fino ad ora per fronteggiare l'emergenza gelo. Tralasciando lo scivolone e le accuse di proselitismo per quell'attacco diretto al Governo centrale - "non approvano il reddito di cittadinanza" - la sindaca Raggi si è affrettata a rielencare tutte le misure messe in campo. 

"Da dicembre abbiamo avviato il piano freddo che serviva per accogliere tutte le persone, troppe, che a Roma vivono in strada e sono senza dimora. Abbiamo aumentato l'accoglienza nelle strutture, aperto le stazioni metro e a fine anno eravamo contenti per un piccolo risultato, l'aggiunta di altri 50 posti per l'accoglienza, pur sapendo che si tratta di una goccia nel mare perchè i senza fissa dimora sono migliaia". Tutto nella norma. Le modalità di intervento per soccorrere i clochard quando i termometri scendono sotto zero sono le stesse da anni. Nessuna rivoluzione, nonostante si sottolinei puntualmente quella piccola conquista in più rispetto al sindaco predecessore. 

I posti disponibili nei centri di prima accoglienza, in regime ordinario, non bastano mai. Così ogni anno si fa i conti con i soliti bilanci ridotti all'osso e ogni sindaco, con appositi bandi rivolti a organismi del terzo settore, alcuni anche nei municipi, si ingegna per strappare qualche posto in più. Se confrontiamo le cifre dei "piani inverno" degli ultimi anni vediamo che possono variare sì, ma non al punto da fare la differenza. Per l'emergenza freddo del 2012-2013, sotto il governo Alemanno, ci si avvalse di un piano attivo tra settembre e marzo che aggiungeva 600 posti ai 700 dei centri ordinari, per un totale di 1300. L'ex assessore Francesca Danese, governo Marino, annunciava il recupero di 549 nuovi posti da sommare ai 1117 dell'accoglienza base. Con Tronca si è scesi intorno ai 400. 

Quest'anno Raggi ne ha annunciati a fine novembre circa 520, con servizi in h24, h15, h9 e h4, da recuperare tramite uno stanziamento di "250mila euro in più rispetto all'anno precedente". Il primo bando è stato un flop, le risposte arrivate sono apparse subito insufficienti: appena 70 posti per i servizi notturni, i più richiesti e più importanti per fronteggiare il gelo. Si è tentato di rimediare con altre due gare che a fine anno hanno consentito di aggiungere posti, 50 in h24 e 57 in h15. Insieme alla consueta apertura notturna delle stazioni della metropolitana, quest'anno con un'ora in meno (da mezzanotte alle cinque e il sabato dalle una) rispetto allo scorso anno (dalle 23 e 30 fino alle 5 e 30), e ai servizi offerti dalle associazioni.

Già, lo zoccolo duro dei soccorsi, accanto a Sala Operativa Sociale (del Comune) e Protezione Civile, è stato e continua a essere il mondo dell'associazionismo. Caritas, Sant'Egidio, parrocchie, Croce Rossa di Roma. Sono volontari uomini e donne che di notte battono strade, marciapiedi, aree verdi, stazioni per portare un pasto caldo, una bevanda, coperte, vestiti pesanti. Perché i posti letto, a fronte di circa 8mila senzatetto nella Capitale (dati Istat 2015) non sono mai stati sufficienti e continuano a non esserlo. Nessuno ha ancora cambiato le cose. Nessuno per adesso ha dato seguito a una programmazione sufficiente, oltre l'emergenza. 

A ricordarlo e a strigliare il Comune anche monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas. "Roma chiede la necessaria programmazione per fronteggiare i disagi dei mesi più freddi, la città è ancora cronicamente carente e assente dalle priorità degli amministratori. Allo stesso tempo, tanta generosità deve sollecitare la partecipazione attiva di ognuno alle sofferenze dei fratelli in difficoltà. Da qui l'invito ad ognuno a vedere con occhi nuovi quanti vivono in strada e segnalare le situazioni di reale pericolo e difficoltà". 

IL REPORTAGE---->>VIAGGIO TRA I CLOCHARD DI ROMA NORD


 

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