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Campidoglio, verso il piano freddo: nei centri 445 posti di accoglienza in più

Si aggiungeranno al circuito ordinario. Baldassarre: "Percorsi finalizzati anche all’autonomia e alla fuoriuscita dall’emergenza"

Due bandi di gara per circa un milione di euro che metteranno a disposizione del territorio capitolino 245 accoglienze al giorno in centri notturni, di cui 80 in centri H24, e 200 accoglienze al giorno in centri diurni (H9 ed H4), che andranno ad integrarsi ai posti già disponibili presso il circuito ordinario, con il coordinamento dalla Sala Operativa Sociale. Sono i numeri del prossimo piano freddo pensato dall'assessorato al Sociale, che verrà erogato nel periodo che intercorre tra il 1 dicembre 2017 e il 30 aprile 2018.

Le persone accolte potranno usufruire di pasti, servizio lavanderia, cambio abiti e doccia, pernottamento. Sono, infatti, numerose le richieste di accoglienza provenienti dai servizi sociosanitari territoriali, in particolare dagli ospedali, che sempre più spesso segnalano le dimissioni di quote consistenti di persone fragili che, pur essendo dimissibili, necessitano di protezione, cura e tutela non effettuabili in regime di ricovero.

"Tramite due procedure selettive negoziate viene chiesto di formulare proposte che superino il tradizionale concetto di accoglienza - spiegano dal Campidoglio tramite nota stampa -  l’iniziativa intende, infatti, assicurare percorsi finalizzati anche all’autonomia e alla fuoriuscita dall’emergenza, coinvolgendo i servizi sociali dei territori".

"Anche il Piano Freddo si inserisce in una più ampia visione di sistema che prevede il coinvolgimento della rete del privato sociale e azioni in rete con le equipe di operatori e volontari di strada e con i Municipi - dichiara l'assessore Laura Baldassarre - l’obiettivo è, infatti, quello di costruire una governance complessiva del sistema di welfare cittadino. Non è sufficiente limitarsi all’erogazione di prestazioni, ma occorre delineare percorsi volti a recuperare la capacità di autonomia che consentano di affrancarsi dalla condizione di fragilità. Gli interventi emergenziali non sono sufficienti, un cambio di passo si ottiene soltanto proponendo alle persone una presa in carico più articolata, che sia estesa nel tempo, e nuova progettualità di vita"


 

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