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Il Piano Casa Zingaretti in Consiglio, comitati in presidio: “Le modifiche non bastano”

Martedì alle 14, in concomitanza con l'avvio della discussione in Aula del provvedimento, associazioni ambientaliste e comitati si sono dati appuntamento alla Pisana

Si riaccende la battaglia di comitati cittadini e associazioni ambientaliste contro il Piano Casa regionale.  Dopo le modifiche approvate ad agosto dal Consiglio, che sono servite a fermare il ricorso presso la Corte Costituzionale avanzato dal Mibact, domani il provvedimento elaborato dalla precedente amministrazione Polverini (Proposta di legge 75) ed emendato dall'attuale guidata da Nicola Zingaretti approderà nuovamente sui banchi dei consiglieri regionali per essere discusso alla luce delle modifiche apportate. Modifiche che però, per una parte di comitati e associazioni, non sono sufficienti. Così anche il Piano Casa 2.0 non convince diverse realtà cittadine, da Carteinregola a Italia Nostra Roma passando per Legambiente Lazio e il sindacato Unione Inquilini, che hanno organizzato un'assemblea pubblica per lunedì pomeriggio presso il cinema Tiziano di via Guido Reni e un presidio alla Pisana a partire dalle 14, orario di inizio della discussione in Aula. “Le modifiche del Piano casa Zingaretti cambiano poco quello della Polverini” la posizione espressa dal coordinamento di comitati Carte in Regola.

Insomma, le modifiche apportate alla proposta di legge, tra cui la cancellazione della cosiddetta premialità del 10% di tutto il piano attuativo e un aumento degli oneri di costruzione del 50% per incentivare l'individuazione di aree standard, non bastano a placare comitati e ambientalisti. “In primis la volontà di prorogarlo ulteriormente oltre l'attuale scadenza prevista per il gennaio del 2015. Rimane la possibilità di derogare agli strumenti urbanistici ed edilizi comunali, continua ad essere applicato anche a case non ancora costruite, e in questo il Lazio è l'unica regione d'Italia, e infine permette cambi di destinazione d'uso da non residenziale a non residenziale come per esempio da uffici a commerciale” commenta Anna Maria Bianchi di Carte in regola. Tre i principali punti 'rimasti' che hanno suscitato le polemiche.

Al primo punto il fatto che rimane “la possibilità di derogare agli strumenti urbanistici ed edilizi comunali, cancellando il potere decisionale delle istituzioni preposte, tra cui comune e municipi” scrive Carteinregola. “Il Piano casa Polverini/Zingaretti invece sottrae gli interventi ai pareri e alle scelte urbanistiche dell’Amministrazione, permettendo sistematicamente di derogare ai Piani Regolatori vigenti” continua il comunicato. Per i comitati “la deroga non riguarda solo le norme e le pianificazioni già approvate: se il Piano casa verrà prorogato, durante tutta la sua ulteriore durata consentirà di rimettere in discussione qualsiasi progetto in corso e qualunque accordo con il Comune, permettendo ai soggetti privati di chiedere ulteriori aumenti di cubature e cambi di destinazione”. Tra gli esempi citati la Città del Gusto a Marconi: per il complesso che comprendeva un cinema multisala, un parcheggio interrato e un supermercato “i proprietari hanno avuto il permesso di demolire e ricostruire la struttura esistente con un cospicuo premio di cubatura, trasformando in appartamenti”.

Al secondo posto la possibilità di concedere incrementi di cubatura anche per immobili non ancora costruiti. Scrive carteinregola: “L'Intesa Stato-Regioni prevedeva esclusivamente interventi di ampliamento di edifici di volumetrie limitate e anche interventi di demolizione e ricostruzione tutti a destinazione residenziale. Il Piano casa Polverini (e ora quello Zingaretti) inserisce anche gli interventi di nuova costruzione, cioè non solo gli edifici ultimati e magari dismessi, ma anche quelli “che abbiano ottenuto il titolo abitativo edilizio” cioè edifici ancora sulla carta”. Specifica Anna Maria Bianchi: “Il tutto comprendendo anche gli accordi di programma”. Tra gli esempi ricordati “l'intervento I-60 in via di Grotta Perfetta, fabbrica ex Buffetti a Magliana”.

Infine a far infuriare ambientalisti e comitati cittadini c'è la conservazione dell'art 3 quater, che permette di riutilizzare il patrimonio edilizio dismesso e delle aree libere attraverso il cambiamento della destinazione ad uso non residenziale. Un esempio? “Se ho un edificio destinato ad uffici posso renderlo un cento commerciale” si legge nella nota. “Naturalmente sempre “in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti o adottati”.

Tra le voci di protesta anche l'associazione ambientalista Legambiente che ha lanciato l'hashtag #zingarettistopcemento. Si legge in una nota: "Vogliamo che tutti prendano parte alla discussione perché il piano non è solo per gli addetti ai lavori ma riguarda il futuro" ha dichiarato Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio. "Per questo lanceremo un hashtag con cui si potrà seguire l'evoluzione della vicenda e con il quale chiediamo a gran voce al presidente Nicola Zingaretti di frenare la speculazione sul nostro territorio e di fermare l'ulteriore colata di cemento che minaccia di abbattersi sulla nostra regione. Molto è stato fatto nei mesi scorsi rispetto alla stesura del pessimo piano Polverini ma ancora il Piano Casa attuale rischia di divenire un moltiplicatore di consumo di suolo su ogni territorio mettendo a rischio Roma e il Lazio sia dal punto di vista sociale, con la nascita di nuovi quartieri dormitorio, sia da quello del rischio idrogeologico".

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