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Piano casa, scuole prima degli ampliamenti: con un blitz ok all'emendamento M5S

In un attimo di distrazione dei consiglieri di maggioranza è passato il provvedimento avanzato dal gruppo pentastellato. Perrilli: "E' importantissimo". L'assessore Civita: "Non cambia nulla"

È servito un momento di distrazione per far approvare un emendamento del Movimento cinque stelle al Piano Casa regionale in discussione in queste settimane alla Pisana. Con il blitz del M5S ogni ampliamento urbanistico, in base all'art. 3,  previsto dalla legge che modifica quella precedente redatta e approvata dall'amministrazione di Renata Polverini dovrà essere subordinato non solo alle opere di urbanizzazione primaria, come ad esempio strade, parcheggi, fognature e illuminazione, ma anche a quelle di urbanizzazione secondaria, che sono sostanzialmente scuole, asili nido, mercati e uffici comunali. “Non se ne sono accorti ma è un emendamento pesantissimo perché impone di portare servizi laddove vengono realizzati degli ampliamenti” il commento a caldo dei consiglieri del M5S.

IL VOTO - Ecco la dinamica. Dopo la discussione sull'emendamento il presidente di turno, Francesco Storace, ha chiamato il voto: per i favorevoli si sono espressi tutti e sette i consiglieri del Movimento 5 Stelle, mentre per i contrari ha alzato la mano il solo Fabio Bellini del Pd. Gli altri presenti, invece, non hanno partecipato. Storace, a quel punto, ha dichiarato approvato l'emendamento ed ha invitato i consiglieri ad una maggiore partecipazione all'attività consiliare. Poi ha interrotto la seduta, riaperta poco dopo dal presidente Daniele Leodori, che è passato all'emendamento successivo.

LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE - L'assessore all'Urbanistica della Regione Lazio Michele Civita è corso subito ai ripari, ridimensionando la portata dell'emendamento. “L'emendamento sicuramente non pregiudica la realizzabilità di questi ampliamenti e non altera in modo significativo l'impianto” ha assicurato. In sintesi, per Civita, trattandosi di ampliamento di fabbricati già esistenti, le opere di urbanizzazione dovrebbero già esistere. “Stiamo facendo le verifiche ma su una questione posso già sgomberare il campo: parliamo non dell'ambito di applicazione del Piano Casa per quanto riguarda gli ampliamenti su tutto, ma solo delle zone B del Piano regolatore” ha spiegato. “Come sapete le zone A sono i centri storici dove non è permessa la possibilità di realizzare il Piano casa, le zone B sono quelle intorno ai centri storici dove si presuppone che ci siano non solo le opere primarie ma anche tutte quelle secondarie. Questa è la verifica che abbiamo fatto". Poi ha continuato: “In questa fattispecie è difficile sostenere che in un raggio di 2-3 km non ci siano servizi come scuole, chiese, quindi secondo me non ci sono problemi di questa natura”.

POLEMICHE - Le preoccupazioni però non sono mancate. Ad esprimere le sue perplessità il consigliere regionale del gruppo misto Pietro Sbardella: "La mia preoccupazione è che questo emendamento uccide il Piano casa sui piccoli ampliamenti. Chi ha una casa in periferia dove non ci sono le opere di urbanizzazione secondaria non può dunque accordare gli ampliamenti”.

IL M5S - Dal M5S però rivendicano l'importanza dell'emendamento: “Finalmente si rivolge ai cittadini e non alla creazione dei dormitori che volete fare voi. Non è una cosa di poco conto. Staremo molto attenti su ogni singola parola del maxi-emendamento che avete intenzione di presentare” il commento di Devid Porrello. “Siamo sempre convinti che questo Piano Casa Polverini debba giungere alla sua morte naturale o essere abrogato ma siamo contenti di aver potuto contribuire a un miglioramento, sebbene minimo, dello stesso”.  

LEGAMBIENTE - Intanto contro il Piano Casa continua a dare battaglia anche l'associazione ambientalista Legambiente Lazio che continua ad essere critica verso il Piano 'corretto' dall'amministrazione Zingaretti. Cinque i “punti critici” individuati su cui si chiede un cambio di rotta: “L’impatto del piano casa e sulla Città Storica individuata dal prg di Roma, ma più in generale sull'insieme del ‘bel costruito' che caratterizza le città e i ‘borghi del Lazio'; il rapporto tra il piano casa e la gestione ordinaria da parte dei Comuni degli strumenti urbanistici vigenti; l’utilizzo a fini edificatori/residenziali delle aree attualmente disciplinate dai prg dei Comuni per ospitare servizi, sia pure in dimensioni ridotte rispetto al testo precedente; la possibilità di accedere al Piano casa anche agli immobili ricadenti in aree con rischio idrogeologico; la ventilata deroga alla durata del piano casa inizialmente prevista a scadenza per gennaio 2015, ma che si vorrebbe promulgare ben oltre” denuncia Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.

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