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Piani di zona, stop affitti gonfiati: dalla giunta via libera alle sanzioni

La giunta capitolina ha approvato un provvedimento con le sanzioni, che possono arrivare fino all'esproprio, per gli operatori dei piani di zona che non hanno ancora applicato i prezzi di vendita o di affitto 'corretti'

Sanzioni per le imprese di costruzione e per le cooperative dei piani di zona che non rispettano i nuovi prezzi per i canoni, così come corretti dal comune di Roma. E' quanto prevede una delibera approvata venerdì scorso dalla gunta capitolina uscita dagli uffici dell'assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo. Il provvedimento è l'ultimo capitolo della vicenda dei cosiddetti 'prezzi gonfiati' per la vendita o l'affitto delle abitazioni di edilizia agevolata.

Case realizzate con aiuti pubblici, terreni da parte del Comune di Roma e finanziamenti da parte della Regione o dello Stato, che dovrebbero essere affittate a prezzi più bassi rispetto a quelli del libero mercato. Negli anni scorsi però numerose denunce dei cittadini, supportati dal sindacato di base Asia Usb, avevano messo in luce molti casi di errata determinazione del prezzo massimo di cessione o di locazione. In parole più semplici: per la determinazione del costo finale non si teneva conto dei finanziamenti ricevuti vanificando di fatto l'intervento pubblico. Risultato: i prezzi di affitto erano simili a quelli del libero mercato. 

Tra il novembre 2013 e l'inizio del 2014 il Comune notificava agli operatori i prezzi corretti. Molte imprese hanno fatto il ricorso al TAR del Lazio, che ha dato ragione all'Amministrazione perché "il beneficiario reale del contributo a fondo perduto è il cittadino impossibilitato ad accedere al libero mercato delle abitazioni". Non solo. Al prezzo massimo concorrono per un 10% aggiuntivo migliorie relative al fabbricato e per un ulteriore 10% migliorie nei singoli appartamenti. Tali migliorie, però, fanno sapere dagli uffici capitolini, devono essere richieste dagli interessati mentre in molti casi non è possibile evincere la volontarietà né l'autenticità di quanto dichiarato.

La delibera approvata venerdì interviene qualora gli operatori non abbiano provveduto ad adeguare tali prezzi e anche per le "altre inadempienze". Prevede inoltre delle verifiche a campione sulle 'migliorie'. Il provvedimento mette in campo sanzioni pecuniarie e, nei casi più gravi, l'Amministrazione ha facoltà di dichiarare la decadenza del diritto di superficie con conseguente risoluzione del contratto, attraverso deliberazione dell'Assemblea capitolina. In altre parole, le sanzioni relative ad inadempienze possono arrivare anche all'esproprio da parte del Comune. 

L'ultima denuncia in merito alla vicenda dei Piani di zona è stata lanciata lo scorso 14 ottobre dal sindacato di base Asia Usb che ha annunciato un esposto in Procura per un possibile danno erariale.

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