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Martedì, 16 Aprile 2024
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Da Torresina a Ponte Galeria, chiesto rinvio a giudizio per costruttore di 4 piani di zona

Per il pm, l'imprenditore non ha sottratto il contributo pubblico dal canone di locazione

Nuova richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito delle inchieste relative ai piani di zona della Capitale. A finire davanti al giudice con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche l’ex rappresentante legale delle società Torrenova 3000 srl e del Consorzio Cesp di servizi srl, il costruttore Agostino Maggini. Per il pm Francesco Dall’Olio l’imprenditore avrebbe conseguito “ingiusto profitto” non sottraendo dal canone di locazione di 305 appartamenti realizzati in regime di edilizia agevolata il finanziamento pubblico erogato dalla Regione Lazio e stipulando inoltre una convenzione con il comune di Roma per la concessione del diritto di superficie dei terreni sui quali sono stati costruiti. Tali canoni, ad eccezione di quello relativo a Torresina che “non risulta approvato”, sono stati certificati e approvati dal Comune, scrive la procura nella richiesta di rinvio a giudizio, “anche grazie ad una reiterata serie di omissioni e violazioni di legge poste in essere dai pubblici ufficiali preposti”. 

Ad essere stati “indotti in errore” gli inquilini dei piani di zona Torresina 2, Ponte Galeria e Tor Vergata, comparti G e K, in parte realizzati in base al cosiddetto ‘articolo 18’ della legge 203 del 1991, che ha dato il via a un programma straordinario di edilizia residenziale pubblica destinata ai dipendenti dello Stato, in particolare alle forze dell’ordine, “quando è strettamente necessario alla lotta alla criminalità organizzata, con priorità per coloro che vengono trasferiti per esigenze di servizio”.

In totale, i finanziamenti ricevuti e non sottratti dal calcolo del canone finale richiesto agli inquilini ammonterebbero a quasi 5 milioni di euro, 4.960.061 per la precisione. Di questi 1.023.946 euro in favore della società Torrenova 3000 srl per il piano di zona di Torresina 2 e la parte restante per il Consorzio Cesp di servizi srl che ha realizzato gli altri tre quartieri.

Inoltre, tra il 2014 e il 2015, scrive ancora il pm, il Comune di Roma ha concluso i procedimenti in autotutela con i quali ha fissato il prezzo massimo di cessione decurtato del contributo pubblico. Il legale rappresentante e amministratore delle due società, scrive ancora Dall’Olio, “non ha restituito agli inquilini gli importi riscossi in eccedenza nel periodo temporale antecedente il predetto procedimento per complessivi 349.381,33 euro”. L’appuntamento di fronte al giudice per l’udienza preliminare è stato fissato per il 12 luglio del 2019. Undici inquilini, difesi dal sindacato Asia Usb e dall’avvocato Vincenzo Perticaro, risultano come parti offese insieme al Comune di Roma e alla Regione Lazio. 

“Sono soddisfatto di questo risultato”, il commento dell’avvocato Perticaro: "È assurdo che in un paese civile persone che si occupano di tutelare la sicurezza vengano trattate così proprio in relazione al loro servizio. Perché, questo va ricordato, si tratta di alloggi realizzati con finanziamenti pubblici stabiliti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti proprio per questo scopo. Nel caso degli ‘articolo 18’ andrebbe inoltre applicato il decreto ministeriale dell’8 maggio del 2014 che riduce ulteriormente i canoni in relazione ad alcuni criteri quali il reddito e lo stato di famiglia. Tutto questo è accaduto nell’inerzia delle istituzioni". 

Commenta così il sindacato Asia Usb: “Siamo soddisfatti dell’attività svolta in questi due anni di denuncia relativamente a situazioni che si sono venute a creare nei piani di zona”, le parole di Angelo Fascetti. “La magistratura sta portando avanti queste inchieste nella completa assenza delle istituzioni che manifestano una certa distanza anche in relazione ai temi sollevati ai diversi tavoli convocati in merito. Da mesi, per esempio, chiediamo alla Regione Lazio la convocazione di un tavolo su Torresina. Convocazione che non è ancora arrivata”. 

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