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Rifiuti, tutti contro la discarica di Pian dell'Olmo: la protesta in strada e i no in Conferenza dei Servizi

I contrari protestano sotto al dipartimento Urbanistica della regione. E arrivano i primi in Conferenza dei Servizi dagli enti locali dei territori limitrofi. Roma Capitale in testa

"Non passeranno" è lo slogan più gettonato per una scena da vista: il no del territorio alla discarica di Pian dell'Olmo, area al confine tra i comuni di Roma e Riano che potrebbe ospitare una cava per lo smaltimento dei rifiuti della Capitale. Oggi circa 200 persone hanno manifestato in via del Tintoretto, sotto il dipartimento Urbanistica della Regione Lazio, in occasione di una riunione della Conferenza dei Servizi prevista per la valutazione del progetto, per ribadire la loro ferma contrarietà al progetto che, lo ricordiamo, è di privati, sottoposto alla Valutazione di Impatti Ambientale (VIA)  dalla Torre di Procoio srl, società riconducibile alla famiglia abruzzese Maio, imprenditori nel mondo dei rifiuti.  

"Parlano di una discarica per rifiuti definiti non pericolosi, una definizione però smentita dagli allegati presentati in cui si parla di rifiuti tutt'altro che non pericolosi - ha spiegato Nando Bonessio, portavoce di Europa Verde - e poi perché la Regione ha preceduto all'ammissibilità di questo progetto dopo che un analogo progetto, sette anni fa, era stato dichiarato non fattibile. Da allora non è cambiato niente. La soluzione è la diminuzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso con impianti solo a basso impatto ambientale come quelli per il multi materiale che creano anche lavoro".

I due progetti, quello di sette anni fa (del Colari) e quello attuale sono simili, ma non identici. "Il progetto presentato - ha spiegato l'ex sindaco di Riano Nicola Tatulli - non riguarda più solo i rifiuti urbani di Roma ma, dicono, rifiuti trattati. Ma in caso di emergenza chi ci assicira che non diventi una discarica a servizio di Roma? Noi siamo spaventati per questo motivo".

Perché i Comuni dicono no al progetto

In parallelo alla protesta si è svolta la riunione della Conferenza dei Servizi, e molti comuni hanno argomentato il loro no alla cava.  I più netti sono stati i sindaci di Riano, Castelnuovo di Porto, Monterotondo, Formello e Sacrofano (comuni limitrofi all'area interessata dell'eventuale discarica), che hanno motivato la loro ferma opposizione con motivazioni politiche e tecniche: da una parte l'incongruenza di avere a due passi una discarica mentre in casa propria si realizzano percentuali importanti di raccolta differenziata, dall'altra l'esistenza (ora come sette anni fa) di vincoli di vario genere che non giustificherebbero la realizzazione di questo impianti. 

In vincoli paesaggistici e la fragilità del terreno

Il tema della vincolistica paesaggistica, archeologica, esondativa e geologica (legata alla fragilitò del tufo che costituisce il terreno della cava) è stato evidenziato, oltre che dai tre comitati cittadini presenti, anche dalla Città metropolitana di Roma tra le "critiche" al progetto. Altre osservazioni tecniche sono state sollevate su come e da dove si intende estrarre l'acqua per i bagni degli operai, sulle emissioni di CO2 generate dai gruppi elettrogeni che si intendono impiegare, su come si intende raccogliere il percolato generato dall'acqua piovana, oltre al fatto che su alcune questioni non basterà la conferenza dei servizi regionale a dare un eventuale via libera alla discarica ma saranno necessarie autorizzazioni postume della Città metropolitana a seguito di una conferenza dei servizi del Consorzio di Bonifica del Tevere.

"Progetto simile già bocciato 7 anni fa"

Linea molto critica anche quella di Roma Capitale. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Dire gli esponenti degli uffici capitolini presenti, dopo avere evidenziato che sarà necessaria una conferenza dei servizi interna per raccogliere tutti i pareri dei vari settori coinvolti, hanno chiesto alla Regione il perchè sia stata aperta una conferenza dei servizi per un progetto su un'area già bocciata dalla stessa Regione con una delibera di Giunta del febbraio 2017 con cui veniva archiviato il procedimento di valutazione di impatto ambientale su un progetto di discarica presentato dal Colari nello stesso sito di Pian dell'Olmo. 

I tecnici della Regione avrebbero spiegato che quel progetto era stato presentato prima del Piano regionale rifiuti varato nel 2011 (e attualmente vigente) ed era stato bocciato proprio perchè essendo stato presentato prima, non poteva farne parte. Tuttavia nel deliberato di oltre due anni fa, a firma dell'allora direttore Demetrio Carini, si legge "considerato che dell'esame del piano regionale dei rifiuti l'intervento in esame non rientra tra i siti individuati per la gestione dei rifiuti negli ambiti territoriali ottimali, si ritiene che non sussistano le condizioni per dare ulteriore corso alla valutazione relativa al procedimento di Via in esame".

"Nella cava solo rifiuti inerti"

A tranquillizzare sulla natura del progetto hanno provato i proponenti, tramite un tecnico, sostenendo che in quella discarica andranno solo gli scarti della "end of waste", quindi di fatto rifiuti inerti, ma non avrebbe spiegato la presenza nel progetto di una torcia che serve a bruciare il biogas, prodotto da rifiuti che ancora fermentano. Ancora, avrebbero garantito il transito al massimo di 32 mezzi al giorno tra andata e ritorno, impattando sul traffico per lo 0,1% ma avrebbero tarato queste cifre su uno studio del centro residenziale di Colle Romano risalente al 2012. Infine, avrebbero stimato in sette anni la durata della discarica da 700mila metri cubi, costituita da tre lotti da realizzare gradualmente, confidando sui progressi della raccolta differenziata di Roma. Tuttavia, i dati Ama prevedono per il 2019 una produzione di rifiuti indifferenziati per 865mila tonnellate, che equivalgono a più di 500mila tonnellate di scarti, cioè quasi la saturazione in un anno dell'eventuale discarica. Se ne riparlerà tra due mesi, perchè verso fine agosto è in programma una nuova seduta della conferenza dei servizi e un'altra dovrebbe svolgersi il mese successivo. 

(Fonte Agenzia Dire)
 

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